Una cittadina ucraina di 48anni si trova in misura cautelare con l’accusa di aver sedato diverse anziane per cui lavorava come badante, per poi derubarle.
Avrebbe approfittato dello stato di incoscienza delle anziane, presso cui lavorava, per poi derubarle. Questa l’accusa che pende su una 48enne di origini ucraine che dal 22 dicembre comparirà davanti ai giudici per la prima udienza in Camera di consiglio del Tribunale penale di Roma. Una delle signora a cui badava da pochi giorni sarebbe anche venuta a mancare: gli inquirenti dovranno ora ricostruire tutta la vicenda e accertare se la 48enne abbia cagionato o no il decesso tramite la somministrazione di farmaci.
Badante ucraina accusata di sedare donne anziane
Ad accorgersi della situazione sarebbe stata la nipote di una delle donne assistite dalla badante. Avrebbe trovato infatti la nonna in uno stato di “sonno profondo”, quasi comatoso a suo dire, capendo che la donna non fosse nel pieno delle sue facoltà. La nipote ha così segnalato la situazione alle autorità del Commissariato Tuscolano, che a partire dal 25 marzo 2023 hanno avviato un’indagine per far luce sulla vicenda. Gli inquirenti al momento stanno scandagliando tutta la vita dell’indagata e le condotte a lei ascrivibili acquisendo una corposa documentazione.
Badante ucraina a processo il 22 dicembre: derubava signore anziane incoscienti
Si terrà il 22 dicembre la prima udienza in Camera di consiglio come conseguenza della richiesta di giudizio abbreviato a seguito di giudizio immediato per una cittadina ucraina di 48 anni che operava come badante e a cui le contestano due rapine aggravate. La donna attualmente sottoposta alla misura cautelare del carcere si dovrà presentare dinnanzi alla XII sezione del Tribunale penale di Roma a Piazzale Clodio.
L’ indagine coordinata dalla Procura capitolina, ha permesso in breve a risalire all’identità della donna consentendo di dare anche una svolta a una precedente attività investigativa per la stessa tipologia di reato perpetuato ad Ostia, con identiche modalità, il 2 luglio scorso.
Grazie agli elementi raccolti e ad alcune testimonianze, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma ha emesso il fermo a carico della donna rintracciata presso l’abitazione di un’anziana di 91 anni, dove era stata assunta come badante da circa 10 giorni. Ha proceduto inoltre a tutta una serie di accertamenti per capire se la morte di una delle signore rapinate possa essere stata causata dalla somministrazione dei farmaci o da altro: ipotesi poi non contestata nella richiesta di giudizio immediato a carico della donna.
La difesa: “Non ci sono sufficienti prove, 91enne morta per causa naturali”
In attesa che l’imputata compaia dinnanzi ai giudici il prossimo 22 dicembre, la difesa, condotta dall’avvocato Antonino Castorina del Foro di Reggio Calabria, ha ritenuto di voler procedere con la scelta del rito abbreviato. Secondo il legale Castorina infatti, “Il quadro indiziario a carico dell’accusata non presenta elementi granitici e certi rispetto alle condotte contestate e alla tipologia di reato a lei ascritto nelle ipotesi dell’accusa”.
Secondo la difesa il decesso di una delle due vittime non sarebbe causato dai farmaci somministrati per esempio, da ma da un peggioramento dello stato di salute che nulla ha a che fare con il reato commesso dalla donna. “Riteniamo importante valutare le fonti di prova a carico della donna ucraina”, ha spiegato il legale, “Il quadro completo in cui si sarebbero verificate queste due rapine potrebbe offrire una rappresentazione diversa e opposta a quella formulata dalla Procura di Roma a carico dell’accusata”.
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