Roma. Il sistema sanitario è sull’orlo del collasso. Il covid ne ha rivelato tutte le fragilità interne e, ora che i casi sono in rialzo un po’ ovunque nel Paese, ritornano ad aprirsi vecchie ferite. La Capitale non fa di certo eccezioni, anzi, è forse uno dei casi più eclatanti che, nelle ultime ore, sta rivelando tutte le consuete problematiche.
I pazienti trasportati in ambulanza non trovano posti letto? E allora rimangono in ambulanza, in attesa che si liberi qualche letto: motivo principale dell’accumulo di problemi e carenza di mezzi di emergenza.
Covid, incendi e caldo: le ambulanze sono finite a Roma
Il covid, insomma, continua a far danni e il sistema immunitario della sanità non si è rafforzato, continua soffrire e far soffrire. Le ambulanze restano bloccate con i pazienti isolati a bordo nei piazzali dei pronto soccorso. Così la soluzione trovata dal 118 è quella di chiedere aiuto all’Esercito.
Una soluzione drastica
Per questo si è optato per una soluzione drastica, che si spera possa essere temporanea, per sopperire alla mancanza di ambulanze: un aiuto da parte dell’esercito per chiedere le ambulanze militari e cercare così di risolvere il problema dei mezzi di soccorso bloccati nei pronto soccorso per ore.
Attese infinite in ospedale
Proprio negli ultimi giorni, infatti, la situazione è diventata insostenibile: attese lunghissime, a volte attorno alle 6/7 ore, e decine di mezzi bloccati. Come riportato anche da Il Messaggero, alle sette di ieri mattina, orario di fine del turno di notte, c’erano ancora 105 chiamate in attesa e 45 ambulanze bloccate.
Il dramma della giornata di ieri
Sempre ieri, dopo pranzo, la situazione stentava a migliorare: 37 mezzi fermi in coda ai pronto soccorso e 75 chiamate in attesa. Un piccolo miglioramento arriva poi nelle ultime ore, ma in Regione non lo considerano sufficiente per ripristinare una situazione di normalità operativa. Per questo è partita la caccia ai nuovi mezzi di soccorso.
Pazienti costretti a rimanere in ambulanza
Questo perché, principalmente, le ambulanze vengono fermate nei pronto soccorso quando il paziente in transito non trova un posto letto ed è costretto a rimanere sulla barella. A quel punto, mezzo ed equipaggio rimangono fermi lì, fino a che la barella non si libera.
Pronto Soccorso al Collasso a Roma
Proprio il Covid, inoltre, che sembrava essere grossomodo debellato, è il responsabile principale della problematica. Ma non è l’unico colpevole. L’impennata c’è stata, certo, ma anche il caldo asfissiante e gli incendi delle ultime ore hanno incrementato il lavoro negli ospedali e il sistema sanitario è andato letteralmente in tilt.
Il soccorso dell’esercito
Così, nelle ultime ore, è arrivato il piano di emergenza di Regione e Ares 118: intanto è partita la discussione con i sindacati per raddoppiare la durata dei turni di servizio degli equipaggi, da 12 a 24 ore. Infine, la richiesta all’esercito per disporre anche delle ambulanze militari. In più, analoga richiesta è partita anche diretta alle società di ambulanze private. Tuttavia, i problemi in questo caso riguardano la presenza a bordo degli infermieri.
Mancano anche gli infermieri
Di fatto, un infermiere è il responsabile della dotazione generale del mezzo, sia farmaci che strumenti a bordo. Quando inizia il turno deve completare il controllo di tutto ciò che si trova all’interno dell’ambulanza. Lo stesso deve fare, poi, quando smonta di servizio, passando la lista al sostituto. Dunque, proprio perché ne è l’unico responsabile, un infermiere non può lasciare incustodita l’ambulanza su cui presta servizio. Ma di infermieri liberi non se ne trovano più.