Dottor Santoro, lei che titoli ha rispetto al campo ambientale e naturalistico?
Io sono dottore forestale, ho una laurea in scienze forestali e sono abilitato allo svolgimento della libera professione. Mi occupo di alberature in contesti urbani dal 2007.
In che occasione le è capitato di appurare la presenza della cocciniglia presso la Riserva Naturale di Monte Mario?
La presenza di questo insetto l’ho notata anche osservando da casa mia. Io ho di fronte la collina di Monte Mario, quindi vedo lo stato degli alberi anche passando sulla cosiddetta panoramica. È possibile notare molti alberi ormai secchi. Sono andati seccandosi molto lentamente nel tempo. Questo insetto ha la peculiarità di nutrirsi della linfa della pianta. Si insedia sulle parti apicali dei rami e ne succhia la linfa. La sua notevole capacità riproduttiva è a sua chiave vincente. Ogni femmina genera, rispetto alle uova, il cinquanta percento di ulteriori esemplari femminili considerando che riesce a fare anche sei generazioni l’anno.
È ragionevole pensare che la caduta dei pini sia quindi causata da questo?
Non è l’unica causa. La cocciniglia porta a morte la pianta, però l’azione di deperimento viene accelerata spesso da un altro insetto, che è un parassita secondario, ed è blastofago. Questo animale scava delle gallerie sotto la corteccia e anche all’interno degli apici dei rami. La sua presenza si nota sia osservando i rami a terra che risultano cavi, oppure si possono i fori di uscita sul tronco. Sia sul fusto che sulla corteccia si possono vedere dei ‘disegni’ che costituiscono le gallerie scavate dalle larve a livello sottocorticale. Questa azione interrompe i vasi linfatici.
Quindi si tratta del combinato disposto tra questi due insetti?
La morte degli alberi è direttamente connessa alla loro presenza. Il legno seccandosi perde di elasticità quindi è più facile, con delle sollecitazioni, che l’albero cada.