Faceva irruzione nei negozi, poi prima di fuggire con la refurtiva violentava le cassiere. Ed era diventato un vero e proprio incubo del quartiere di Roma, il Tiburtino, lui che in poco tempo aveva messo a segno tre rapine e lo aveva fatto in sequenza. Ora, dopo 15 giorni di indagini serrate, gli agenti della squadra Mobile e quelli del Commissariato Sant’Ippolito questa mattina alle 11:30 hanno fermato l’uomo, un 27enne della Capitale con problemi di tossicodipendenza.
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Le rapine al Tiburtino: ecco come agiva il ladro
La prima rapina risale al 5 aprile scorso quando nella mattinata l’uomo, con il viso coperto dalla mascherina e gli occhiali, ha fatto irruzione in una farmacia. Qui, ha prima minacciato la dipendente con un coltello, poi si è fatto aprire la cassa e si è lamentato del bottino, che secondo lui era ‘magro’, una cosa da niente. Così, non soddisfatto del colpo messo a segno e di quei 250 euro che avrebbe portato a casa, ha tentato di rubare il cellulare della farmacista, che si era ribellata a quella rapina e a quei continui palpeggiamenti dell’uomo.
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Non contento, poche ore dopo, nella stessa giornata, ha messo a segno un altro colpo. Questa volta in un negozio di surgelati, dove ha prima costretto la cassiera a farsi toccare nelle parti intime, sotto la minaccia di un coltello, poi è scappato con altri 200 euro che aveva prelevato dalla cassa.
L’ultima rapina, in ordine di tempo, risale al giorno seguente, al 6 aprile, in un negozio di abbigliamento in via Tiburtina. È qui che in compagnia di un complice ha terrorizzato la carriera, l’ha presa per il collo e l’ha minacciata, prima di scappare ancora una volta con il bottino.
Chi è il rapinatore seriale: l’identikit
Il rapinatore, un ragazzo di 27 anni di Roma con un passato da tossicodipendente, è stato fermato nella tarda mattinata di oggi a Casal Bruciato. Lui sapeva di essere ricercato dalla Polizia, così ha evitato in questi giorni di farsi trovare a casa, ma la fuga è stata breve. Ora dovrà rispondere di rapina e violenza sessuale, mentre i residenti del Tiburtino potranno tirare un sospiro di sollievo, proprio loro che da tempo vivevano nel terrore e nell’incubo di finire nel ‘mirino’ del rapinatore seriale.