I tre rapinatori sono stati incastrati tramite tabulati telefonici.
Hanno messo a segno rapine per mesi ai danni di donne di origine ucraina, spesso traendole in inganno sotto falsa identità, per poi derubarle. È la strategia utilizzata da tre uomini che nei giorni scorsi sono stati arrestati dalla polizia di Stato. I tre rapinatori sono stati identificati perché l’estate scorso hanno messo a segno di versi colpi a Roma, utilizzando sempre gli stessi metodi e agendo quasi sempre di comune accordo.
Rapinavano donne ucraine irrompendo in casa
Nei giorni scorsi, personale della polizia di Stato della Squadra Mobile di Roma, insieme ai poliziotti del Commissariato Esquilino, a seguito di approfondite indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia cautelare a carico di un uomo, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, e ne hanno denunciati altri due.
I tre soggetti, rispettivamente di 36, 39 e 41 anni, sono stati perseguiti perché gravemente indiziati di aver perpetrato tre rapine (due delle quali commesse da uno solo degli indagati) ai danni di donne, di origine ucraina, nel quartiere Esquilino, Borgo e Prati, tra i mesi di luglio e agosto 2023. Nello specifico, l’attività investigativa della Squadra Mobile e del Commissariato Esquilino, coordinata dalla Procura capitolina, dal monitoraggio di diverse rapine aggravate perché commesse tutte ai danni di donne di nazionalità ucraina, che presentavano caratteristiche comuni, sia per le modalità esecutive, sia per la descrizione fisica di uno degli autori dei reati.
Illuse, aggredite e derubate: donne ucraine terrorizzate dai rapinatori
Nell’occasione si era evidenziata una modalità seriale d’azione, ripetuta in tutti gli eventi analizzati, caratterizzata dalla presenza di un autore in particolare, il 41enne, descritto come alto e con un tatuaggio al collo che, una volta giunto sui luoghi degli eventi, bussava alla porta facendosi aprire dalle vittime per poi afferrarle dal collo, minacciarle e immobilizzarle. Nel frattempo i suoi complici, che subentravano in un secondo momento, provvedevano a rovistare all’interno dell’appartamento e ad asportare esorbitanti somme di denaro, gioielli e borse di valore.
Inoltre, dalla denuncia di una delle tre donne è emerso che l’ucraino dal tatuaggio sul collo, in una delle tre rapine aveva operato senza l’aiuto dei due complici, mettendosi in contatto con la vittima mediante un sito d’incontri, per poi darsi appuntamento nel b&b della stessa e presentarsi come “dottor Giovanni”.
Presi i rapinatori: incastrati dai tabulati telefonici
Anche in quella circostanza, l’uomo aveva agito con violenza, bloccando la vittima dal collo, minacciandola e, dopo essersi appropriato di una consistente somma di denaro, custodita all’interno di un cassetto, si era dato alla fuga. L’attività d’indagine è consistita nell’analisi dei tabulati di traffico telefonico utilizzato dal “dottor Giovanni” per mettersi in contatto con la vittima, nel prelievo e nei successivi esami biologici dei reperti all’interno dell’appartamento di una delle donne, nell’acquisizione delle testimonianze delle tre donne in sede di denuncia-querela e, infine, nelle individuazioni fotografiche eseguite dalle stesse.
Nello specifico, dai primi accertamenti svolti, soprattutto dalla localizzazione satellitare dei telefoni degli indagati, sono emersi elementi che hanno confermato senza ombra di dubbio la presenza dei presunti autori delle rapine sullo scenario dei delitti. Attraverso tale attività tecnica si è appurato che, in occasione di tutte le rapine in analisi, due dei tre uomini erano soliti preliminarmente incontrarsi in zona Vitinia, nei pressi delle loro abitazioni; insieme, poi, si spostavano verso l’abitazione del terzo indagato in zona Prenestina, per poi dirigersi, tutti insieme, verso gli obiettivi al fine di perpetrare le rapine.