Sono proteste pacifiche, spontanee, nate attraverso tam tam che corrono sui social, attraverso comitati di quartiere, associazioni di categoria. Questa volta non si canta sui balconi: stavolta si scende in piazza per manifestare il malcontento, perché le restrizioni contenute nell’ennesimo decreto vanno a colpire categorie già allo stremo economicamente. “Non ce la facciamo più, stavamo provando a riprenderci, questo altro sacrificio che ci viene richiesto è in realtà una condanna a morte: è come se ci venisse chiesto di chiudere definitivamente, è l’anticamera del fallimento”, dichiara uno dei manifestanti. Sono un po’ ovunque, da Centocelle a Trastevere. Ieri hanno manifestato a Ostia. E nei prossimi giorni si replica. A testimonianza di una delle proteste di ieri, la diretta Facebook di Roberta Pepi, titolare del ristorante “Da Robertino”. Durante la manifestazione i ristoratori hanno gettato a terra il contenuto delle birre scadute, non vendute a causa del calo del numero dei clienti dovuto alle varie restrizioni. “Al termine della manifestazione raccoglieremo tutto e lasceremo la piazza pulita”, ha assicurato Roberta. Vogliono far sentire la loro voce. “Perché non si muore solo di Covid: le nostre attività stanno morendo tutte e noi, le nostre famiglie, con loro. E così tutti quelli che sono stati penalizzati da questo decreto ingiusto”, ha dichiarato un altro manifestante.
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