Campi sportivi abbandonati e lasciati al degrado. Là dove fino a qualche mese fa bambini, ragazzi e adulti si allenavano e giocavano, adesso corrono al massimo topi e altri animali, alla ricerca di rifiuti. Prosegue il tour del degrado a Roma, alla ricerca degli impianti sportivi che sono stati costretti a chiudere, lasciando così senza un punto di riferimento decine e decine di persone che avevano nello sport uno sfogo, oltre che uno stile di vita.
“Oggi il tour del degrado degli impianti sportivi ci porta al Quarticciolo“, illustra il consigliere regionale Enrico Cavallari, che ha girato il video-inchiesta pubblicato sulla pagina Facebook di denuncia “Dillo a noi Roma“. Il consigliere si trova nel Parco Tor Tre Teste, dove c’è uno stadio abbandonato. Dieci giorni prima Cavallari era andato allo stadio di via Flaviano, nella zona di Vigne Nuove, nella periferia nord della città, nel III Municipio. Anche lì aveva mostrato scene di degrado e abbandono.
La replica all’assessore allo sport Alessandro Onorato
Il video inizia con le parole dell’assessore allo sport, Alessandro Onorato, che afferma: “Qual è l’interesse di chiudere un’attività sportiva? Uno dovrebbe essere patologicamente pazzo”. Poi, di seguito, le immagini di questo secondo impianto – di proprietà comunale – chiuso e abbandonato. Una chiara replica alle parole dell’assessore.
“Le immagini parlano da sole. C’è poco da dire – afferma Cavallari – Ma perché succede questo? Perché se il concessionario, invece di essere aiutato dal Comune di Roma viene vessato, alla fine abbandona”. “E questo – aggiunge mostrando il degrado alle sue spalle – è il risultato. Ma la cosa grave è che l’assessore allo sport va dicendo che tutti gli impianti sono aperti: questa è la dimostrazione che non è vero. E, ancor più grave, è quando dice che il Comune di Roma è in grado di tenerli aperti anche senza concessionario. Si tratta di una presa in giro nei confronti dei cittadini. Perché questo è lo stato in cui si riducono gli impianti quando il concessionario abbandono perché non ce la fa più ad andare avanti.
Le analogie con l’Ostiamare
Ed è quello che sta succedendo a Ostia, nel campo dell’Anco Marzio, dove gioca l’Ostiamare. La querelle che ormai da fine gennaio di quest’anno va avanti tra la nuova proprietà e il Comune rischia di far chiudere anche i campi sportivi lidensi. Dopo l’acquisto della società da parte del nuovo presidente, infatti, sono usciti fuori tutti i problemi della struttura, che hanno portato l’Ostiamare, dalla prima squadra fino ai bambini, a giocare a porte chiuse. A nulla sono valsi i tentativi di sanare, da parte della nuova proprietà, gli abusi presenti e compiuti nel passato. E a nulla è servito dimostrare la propria estraneità rispetto alla falsificazione del documento che autorizzava il pubblico spettacolo. Un muro è stato elevato e non permette di andare avanti, come se anche a Ostia si volesse far abbandonare il campo. In tutti i sensi. Quantomeno a chi ha diritto di starci.
Roma, campi sportivi abbandonati: inizia il tour del degrado (VIDEO)