Essere obiettivo di un cecchino senza sapere il perché, senza mai aver commesso un crimine. Una signora di 60 anni, a Ponte di Nona, da giorni cerca di spiegarsi il perché qualcuno l’avrebbe presa di mira, aprendo il fuoco sulla sua abitazione. Due i colpi di proiettile che ha rinvenuto sulla superficie esterna di casa sua a Roma, comparsi da un giorno all’altro senza un movente e, soprattutto, senza comprendere chi possa esserci dietro il gesto.
Proiettili contro un’abitazione a Ponte di Nona: ignoto l’aggressore
Una mattinata apparentemente come le altre per le 60enne di Ponte di Nona, originaria polacca, è stata interrotta giovedì scorso, 7 settembre, da una scoperta inquietante. La tapparella della camera da letto era stata attraversata da un proiettile, forando la superficie e conficcandosi nel muro della stanza. Un altro sparo, poi, sarebbe avvenuto in cucina.
Dai sopralluoghi dei carabinieri sembra che i due proiettili non siano stati sparati a caso, ma provengano da un soggetto in grado di maneggiare un’arma professionale, più precisamente un’ogiva calibro 9. La balistica ha inoltre confermato una traiettoria orizzontale e una distanza di almeno 300 metri: la persona che ha sparato il colpo, quindi, era nelle vicinanze dell’abitazione, sita al civico 46 di Padre Damiano de Veuster, al momento di far fuoco.
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Il pubblico ministero: “Tentato omicidio”
Considerando la prossimità di chi ha sparato e l’orientamento del proiettile, orizzontale, secondo il pubblico ministero Francesco Saverio Musolino la donna sarebbe vittima di un “tentato omicidio”. Sulle ragioni che l’hanno resa un bersaglio, però, ancora tutto tace.
Inoltre, la donna si sarebbe accorta del proiettile conficcato nella tapparella di casa la mattina dopo, per un raggio di luce che a causa del foro attraversava la stanza, lasciando intendere che il colpo dovrebbe essere partito presumibilmente di notte. Secondo gli investigatori della procura di Roma, l’arma di precisione potrebbe essere una carabina o un fucile da caccia, un’arma che possa quindi possa superare i 30-40 metri, la distanza normalmente attribuibile a una pistola.
Indagini sui condomini per stanare il cecchino
Le autorità, tenendo a mente i dettagli emersi durante le indagini, stanno procedendo ad ascoltare i vari inquilini del condominio. Sembra però che i rapporti siano distesi, a parte qualche bega, nulla presagisce un accanimento nei confronti della donna, un’anziana lavoratrice, vedova da qualche anno, che al momento vive in casa coi suoi due figli, entrambi maggiorenni e anche loro presenti al momento della sparatoria. Un mistero su cui gli investigatori intendono venir a capo il prima possibile. Prima, soprattutto, che qualcuno possa far fuoco di nuovo sulla famiglia.