Avevano accerchiato due giovani, rispettivamente di 15 e 17 anni, alla Stazione Termini il 30 gennaio scorso. Li avevano colpiti con due pugni al volto e, sotto la minaccia di tirare fuori un coltello, li avevano rapinati, portando via denaro e telefono. La baby gang aveva “adocchiato” le vittime alla fermata metropolitana “Flaminio”. Ma non si è trattato di un caso isolato.
L’indagine
Sulla base degli elementi forniti dalle vittime, sono state acquisite immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno della stazione metropolitana di Roma Termini, che hanno confermato i fatti così come denunciati dai due giovani, i quali sono stati ripresi mentre venivano rapinati e malmenati da un gruppo di 8 giovani che si sono poi dati alla fuga, risalendo le scale in superficie.
Dall’analisi del traffico telefonico del telefono cellulare asportato a uno dei minori, è emerso che lo stesso apparato era stato utilizzato poco dopo la rapina da A.F. il quale condotto in commissariato, ha ammesso le proprie responsabilità riguardo alla sua partecipazione alla rapina. Gli indumenti indossati nella rapina, invece, sono stati ritrovati dalla polizia nella sua abitazione.
Dalla memoria del telefono cellulare in uso a A.F., gli investigatori hanno rilevato anche l’esistenza di una chat sulla piattaforma WhatsApp denominata “Il trio che spacca”, dove erano contenuti messaggi chiaramente allusivi alla rapina denunciata dai due giovani minorenni, nonché a precedenti rapine commesse in danno di altri coetanei.
Baby gang in azione a Roma
Dal tenore delle conversazioni, è stato possibile dedurre l’esistenza di un gruppo composto da soggetti giovani, alcuni dei quali minorenni, che si è avvalso della forza del numero dei componenti per commettere rapine ed atti di bullismo, ingenerando nelle vittime paura e impossibilità a difendersi. Infatti è stato accertato che il gruppo criminale, accerchiando la vittima di turno, non le consentiva di difendersi permettendo al branco di impossessarsi facilmente del portafogli, delle scarpe griffate o del telefono cellulare.
Le ulteriori investigazioni hanno permesso di risalire all’identità degli altri giovani, tra cui 4 minori di età, che avevano partecipato alla rapina denunciata presso il commissariato Viminale. Dal contenuto delle conversazioni rilevate sulla chat, gli investigatori sono risaliti ad altre due rapine commesse sempre dal gruppo di giovani investigato, nei confronti di una commessa il 30 gennaio a piazza del Popolo nel corso della quale la vittima era stata derubata di un cappellino e di una catenina d’oro, l’altra, nella stessa zona, il 23 gennaio. In quest’ultimo caso, la vittima dopo esser stata colpita con calci e pugni, era stata derubata delle sue scarpe.
Capi d’abbigliamento indossati dal branco nel corso della rapina commessa alla fermata Termini della metropolitana, nonché i capi d’abbigliamento e le scarpe trafugate nelle precedenti rapine sono stati rinvenuti nel corso delle perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica. Ulteriori elementi di prova sono arrivati dalla disamina dei telefoni cellulari sequestrati nelle cui conversazioni sui social network gli indagati si vantavano di quanto commettevano, rivendicandone di fatto la paternità.
Essendo state accertate le responsabilità e il ruolo avuto da tutti i soggetti in ordine alla rapina commessa nella stazione metropolitana di Roma Termini e in ordine alle altre due rapine, anche con individuazioni fotografiche fatte dalle parti lese, il GIP presso il Tribunale dei Minorenni ha emesso 4 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei 4 minori responsabili delle rapine, applicando nei loro confronti la misura cautelare della permanenza in casa, eseguita dagli agenti il 15.03.2021.
In data 12 aprile il GIP, presso il Tribunale Ordinario di Roma, ha previsto poi nei confronti dei primi tre giovani maggiorenni, la misura cautelare degli arresti domiciliari e nei confronti dell’altro giovane, la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, eseguite il 13 scorso dagli agenti.
Gli arresti
Nella giornata di ieri personale della Squadra Investigativa del commissariato Viminale, diretto da Mauro Baroni, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Roma su richiesta del Pool reati contro il patrimonio, nei confronti di A.F di anni 21, A.D. di anni 19, P.D. di anni 20 e T.V. di anni 19 in quanto ritenuti responsabili in concorso tra loro e con altri 4 soggetti minori degli anni 18, nei cui confronti su ordinanza presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, è stata applicata la misura cautelare della permanenza in casa, della commissione di 3 rapine tra il 23 e il 30 gennaio.
Sono ancora in corso indagini volte ad accertare la commissione di altri delitti da parte della baby gang avvenuti a partire dal dicembre 2020.