La notizia – trasmessa dal TG3 regionale pochi minuti fa e subito battuta dalle agenzie di stampa e rimbalzata sui social e sulle chat private – è confermata.
La statua della discordia, una porchetta legata come un “salame” , che aveva fatto gridare allo scempio tanti animalisti e cultori dell’arte vera, è stata rimossa dal piedistallo in Trastevere, dopo che ignoti giustizieri (probabilmente appartenenti all’ALF) la scorsa notte col favore delle tenebre, l’avevano cosparsa di vernice rossa in segno di protesta.
Rimossa la statua della porchetta
“L’ennesimo atto di insofferenza”, lo ha definito la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi che in tarda mattinata ha partecipato personalmente alla rimozione della statua nel quartiere Trastevere a Roma.
Ma le reazioni di gioia e di esultazione degli astanti sono state soffocate sul nascere dalla precisazione, da parte della presidente del Municipio I, che l’atto della rimozione è solo temporaneo. L’intenzione è, infatti, quella di restituirla restaurata ai romani. Volenti o nolenti.
“Voglio dire no alla violenza in qualsiasi forma, non è ammissibile compiere simili gesti di intolleranza – conclude Alfonsi – Noi oggi rimuoviamo questa opera non in maniera definitiva ma per restaurarla”.
Non il lieto fine che ci si aspettava, dunque, in questa vicenda piovuta a sorpresa sui desk delle redazioni fra i tanti fatti di cronaca di questo giugno bollente. E che ha scatenato una ridda di polemiche.
Lo dichiara senza mezzi termini lo stesso Daniele Diaco, Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Roma.
“Una mossa di pessimo gusto del Municipio I che ha veicolato – con questa iniziativa – un messaggio di morte che con l’arte non c’entra proprio nulla – commenta Diaco amareggiato”
Nel frattempo, dal I Municipio fanno sapere che altre telecamere di sorveglianza verranno posizionate in piazza San Giovanni della Malva e dintorni. I “giustizieri della notte” sono avvisati.
Rosanna Sabella