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Roma. Ponte Di Nona, Centro Polifunzionale di Prato Fiorito: anatomia di una cattedrale nel deserto

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Doriana Mastropietro, presidente dell’Acru che ha realizzato la struttura, ha formalmente minacciato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale e abbandono di bene pubblico: “Questa amministrazione? È come se il braccio destro non sapesse cosa fa il sinistro

Ecco come nascono le cattedrali nel deserto che tanto caratterizzano ormai la periferia est di Roma. Lassismo, mancanza di comunicazione tra uffici dei dipartimenti del Comune, incompetenza e, molto probabilmente, la mancanza di una volontà politica fondamentale al fine di consegnare alla cittadinanza opere approvate ormai sette anni fa e finanziate con centinaia di migliaia di euro.

È la storia del Centro Polifunzionale di Prato Fiorito, che come il centro di Villa Verde, è stato ultimato nel 2016 e da allora è stato un continuo accavallarsi di cavilli e barriere burocratiche che ne hanno esasperato la situazione.

LE DENUNCE PREGRESSE DEL PD

Ciò nonostante le denunce pubbliche della consigliera Svetlana Celli e di Marco Palumbo, del PD, il quale il 15 maggio già minacciava un esposto alla Corte dei Conti scrivendo su Facebook queste parole: “Questa vicenda (del Polifunzionale di Ponte di Nona, ndr) è emblematica di un’amministrazione comunale che non funziona e se non perverranno valide motivazioni e un preciso cronoprogramma per l’apertura, valuteremo un esposto alla Corte dei Conti”.

Contestualmente la presidente dell’Acru che ha realizzato la struttura, Doriana Mastropietro, tornava all’attacco inquadrando la questione nella eccessiva farraginosità burocratica: “Acea ci mise un anno e mezzo per gli allacci per la fornitura idrica” e i Dipartimenti Programmazione e Attuazione Urbanistica e Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana “hanno sempre tardato a venire a fare i sopralluoghi e firmare le convenzioni”.

UNA BUROCRAZIA FARRAGINOSA ED EVIDENTEMENTE INCOMPETENTE

Ma malgrado qualcosa sembrasse muoversi il SIMU non si è smentito.

Il 2 luglio scorso era in programma l’ennesimo collaudo dell’impianto termico ma “contestualmente il SIMU avrebbe dovuto porre in essere un altro sopralluogo relativo al sistema di allarmistica e antincendio” ci denuncia ancora Doriana Mastropietro, aggiungendo che: “Ma quel giorno i tecnici preposti non si sono presentati”. Tanto per allungare ancora un poco i tempi ormai biblici per la consegna ai cittadini dell’opera.

Perlomeno il collaudo dell’impianto termico ha dato esito positivo ma gli uffici del SIMU erano sprovvisti inspiegabilmente della documentazione relativa agli impianti d’allarme e antincendio che l’Acru presieduta dalla Mastropietro ha tempestivamente consegnato. Insomma, il consorzio in questione, oltre ad aver realizzato l’opera, è ad oggi costretta a stare col fiato sul collo agli uffici del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana in quanto pare proprio brancolare nel buio.

Ma non è finita. Il collaudo inerente l’allarmistica è stato risolto con una analisi dei documenti a tavolino piuttosto sbrigativa, mentre rispetto al sistema antincendio, il SIMU nella persona di Vittorio Ciprari, responsabile Impianti Tecnologici, “ci ha scritto che l’impianto non è stato fatto da loro, cosa che però avrebbero dovuto sapere visto che si tratta di opere a scomputo. Dopodiché, il sign. Ciprari ha sostenuto che mancassero alcuni punti fumo e ciò nonostante il progetto in essere sia stato approvato dal Campidoglio ben sette anni fa in Conferenza dei Servizi”, ci racconta la Mastropietro, sottolineando che: “In quella sede era presente anche il SIMU e tutto è stato fatto secondo le norme vigenti nel 2013”.

In pratica, il Comune approva, spende un milione e duecentomila euro di denaro pubblico, dopodiché sette anni dopo sostiene che il progetto da esso approvato non sia a norma. Non fa una piega, insomma.

PRONTO UN ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE E ABBANDONO DI BENI PUBBLICI

C’è chi dirà: “Bene, siamo alle soglie del ridicolo, sarà abbastanza”. E invece no.

Il SIMU dice alla Mastropietro, sempre relativamente all’impianto antincendio, che per quanto li riguarda basterebbe installare un commutatore nel polifunzionale che possa allertare in tempo reale il dipartimento in caso di incendio, ma il Campidoglio non avrebbe risorse. “Io ho ovviamente risposto che lo possiamo installare noi, perché noi i fondi li abbiamo, ma loro non lo sanno, non sanno nemmeno che ci sarebbe questa possibilità. Questi non sanno niente, è come se il braccio destro non sapesse cosa fa quello sinistro!” chiosa la ormai esasperata presidente dell’Acru.

È a questo punto che il consorzio ha formalmente minacciato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale di un milione e duecentomila euro e abbandono di bene pubblico, con una lettera inviata alcuni giorni fa al SIMU e al PAU, perché “di questo passo ci potrebbero volere fino ad ulteriori quattro anni per mettere a sistema il Polifunzionale”.

Alberto Salmé 

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