Una percettrice del Reddito di Cittadinanza, risultata essere una giovane di 29 anni e residente a Roma, rischia il carcere per aver percepito il famoso sussidio statale nonostante avesse vinto 120mila euro alle slot machine virtuali.
Roma, vince alle slot 120mila euro e mantiene il Reddito di Cittadinanza
L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Tivoli ha scoperto che la donna, al momento della presentazione della domanda per il sussidio, soddisfaceva tutti i requisiti richiesti. Tuttavia, non ha tempestivamente comunicato l’ingente somma vinta alle autorità competenti, che di fatto le avrebbe tolto la possibilità di beneficiare del famoso aiuto statale.
Le violazioni per percepire il Reddito di Cittadinanza in questa vicenda
Come menziona Il Messaggero, secondo l’articolo 7 del decreto legge numero 4 del 2019, l’omessa comunicazione delle variazioni patrimoniali avrebbe dovuto portare alla sospensione del Reddito di Cittadinanza, indipendentemente dalla provenienza dei fondi. Durante l’udienza di ieri, il pubblico ministero Mauro Masnaghetti ha chiesto una condanna di un anno e quattro mesi di reclusione per la percettrice del sussidio. La sentenza è attesa per febbraio 2024.
La percettrice del Reddito di Cittadinanza rischia il carcere
La giovane romana rischia ora il carcere per non aver segnalato la variazione del suo patrimonio e per aver continuato a percepire il Reddito di Cittadinanza nonostante le vincite alle slot machine. La sentenza sarà determinante per capire come verranno trattati casi simili in futuro e quali saranno le conseguenze per coloro che abusano dei sistemi di assistenza sociale.
Il caso della signora crea un precedente per la giurisprudenza italiana
Il caso della giovane donna è solo uno dei tanti casi di frode al Reddito di Cittadinanza che si sono verificati negli ultimi anni. Nel 2022, l’INPS ha sospeso oltre 120mila domande per sospetta frode. I controlli per prevenire le frodi al Reddito di Cittadinanza sono stati intensificati negli ultimi mesi. La Guardia di Finanza ha avviato una serie di operazioni contro i cosiddetti “furbetti del reddito di cittadinanza”. La sentenza nel caso della giovanesarà un segnale importante per coloro che intendono abusare dei sistemi di assistenza sociale.