Continuano gli attentati al principe Marco Doria. Nella giornata di oggi, 23 novembre, è stato rinvenuto e disinnescato dagli artificieri della Polizia di Stato un ordigno posto sulla recinzione del muro di cinta dell’abitazione di Marco Doria sita in zona Cassia. Solo due settimane fa un’altro ordigno era stato fatto esplodere all’interno del giardino dell’ex Delegato all’ambiente e Rifiuti del VI Municipio di Roma.
Sul posto è intervenuto personale della Polizia scientifica, artificieri e volanti dei Commissariati Flaminio nuovo e Primavalle, allertati dagli agenti della scorta del Dott. Doria. L’ordigno è stato trovato nel corso dell’ispezione quotidiana del perimetro esterno dell’abitazione. Le indagini sono affidate alla Digos.
L’esplosione nel giardino
Il 7 novembre un altro ordigno era stato piazzato nel giardino dell’ex Delegato all’ambiente e Rifiuti del VI Municipio Le Torri. “Ero rientrato con la scorta a casa intorno alle 19.00 – ha raccontato Doria – Poco dopo gli agenti sono andati via ed è stato a quel punto che ho avvertito una forte esplosione proveniente dal giardino. Abbiamo acceso le luci e siamo andati subito a vedere cosa era successo. Chiaramente nel frattempo ho allertato subito i Carabinieri. Davanti all’ingresso dell’abitazione, proprio nei pressi del portone di ingresso, ho trovato un barattolo (di quelli usati comunemente per la conserva ad esempio, ndr) completamente distrutto e tutto nero attorno”.
Entrambi gli episodi, così come tutti gli altri precedenti – ricordiamo che ha ritrovato un ordigno nel contatore del gas, una busta con dei proiettili fatta recapitare al Municipio (dopo le sue dimissioni) e negli Uffici dove lavora, una sua fotografia cerchiata di nero (a mo’ di santino con una croce sul viso) rinvenuta con i ragazzi della scorta, diversi sfregi sull’auto (anche della stessa scorta, il cui tetto fu danneggiato anche davanti alla sede del Municipio) e molto altro ancora, compresi alcuni messaggi sui social e vari tentativi di forzatura/eliminazione del suo account – sono, secondo Doria, legati alla sua attività di “denuncia” che sta svolgendo. “Le indagini che svolgo evidentemente danno fastidio”, ha commentato.