Roma, l’emergenza a Gaza è sempre più impellente. Importante il contributo sul territorio: come aiutare concretamente le popolazioni colpite.
Roma interviene con mezzi e modalità. Il conflitto israeliano palestinese entra nel vivo e il mondo si schiera. Oltre la battaglia ideologica che incarna anche diritti umani in questo momento poco presenti, c’è il problema concreto di aiutare le popolazioni colpite. La situazione è tutt’altro che rassicurante. Ogni giorno si contano i morti, ma le offensive – attualmente – sembrano moltiplicarsi di giorno in giorno. Se gli attacchi sono circostanziati, anche gli aiuti dovrebbero esserlo. La Striscia di Gaza sta attraversando la crisi più grave e urgente del passato recente.
Gli attacchi hanno causato la morte di migliaia di civili, con relativo sfollamento interno di centinaia di famiglie. Una situazione insostenibile da tempo, ma l’abbattimento recente di interi quartieri e campi profughi rende tutto più complicato. Chi perde la vita è una macchia sulla coscienza di molti, ma mai quanto chi resiste. I sopravvissuti devono ricominciare da capo: trovare un futuro, una speranza che non sembra esserci, ma soprattutto aiuti concreti.
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Roma-Gaza, l’asse degli aiuti umanitari non si ferma: come aiutare le popolazioni colpite
Cadere può capitare, ma rialzarsi dev’essere un dovere. Da soli è impossibile. Per questo nella Capitale, come in altre parti d’Italia, sono state promosse numerose iniziative solidali. Inviare gli aiuti in Palestina, a Gaza, è la priorità. Importante farlo, ma ancor più fondamentale è confermarlo. Non basta inviare aiuti o somme di denaro: occorre anche accertarsi della validità di determinate iniziative. A chi arriva e cosa. Queste sono le domande retoriche (anche scontate) che ciascuno deve farsi qualora volesse dare un contributo concreto, senza incappare in truffe o raggiri.
Una situazione come quella sulla Striscia di Gaza è l’ideale per chi è altrove e vuole lucrare sulle buone intenzioni dei cittadini che assistono inermi a tale conflitto. Anche da Roma è possibile tendere una mano: l’importante è capire come. Attualmente, oltre alle Associazioni come Emergency, Save The Children, Medici Senza Frontiere, alle organizzazioni come Unicef, è possibile trovare altre realtà più piccole, ma ugualmente attendibili. Di recente ha fatto sentire la propria voce AssopacePalestina che ha anche un portale dedicato.
La quale ha fornito tutte le indicazioni dirette, che trovate sul sito ufficiale assopacepalestina.org per portare a termine in modo corretto una raccolta fondi senza rischiare di non vedere arrivare i propri soldi. L’importante, anche per chi volesse far arrivare degli indumenti dismessi come contributo, è tenere sempre d’occhio le filiali della Caritas. Oltre ai canali ufficiali e alle ben note realtà umanitarie. La Capitale risponde presente quando si tratta di supportare qualcuno, l’importante è tenere gli occhi aperti. Senza lasciarsi trasportare da facili annunci o presunte garanzie. Un terreno fertile, in questi momenti di smarrimento, sono proprio le fake news che non hanno presa solo sul campo di battaglia ma anche fuori. Maggiore è la distanza dall’evento e più grandi sono i rischi di raggiro: nel mondo globalizzato, persino una mano tesa può diventare un’arma.