Un intervento chirurgico per rimuovere un’ernia iatale si è trasformato in tragedia. Il 50enne pensava di poter migliorare così la qualità della vita e non ha esitato, anche su consiglio dei medici. Le cose non sono andate, però, come previsto. Doveva essere un’operazione di routine, se non fosse stato che venti giorni dopo, l’uomo è morto a causa di complicanze legate all’intervento e, la magistratura ha ritenuto, anche a causa di presunta colpa medica.
Due medici a processo per omicidio colposo
Due i medici che sono stati rinviati a giudizio, per omicidio colposo, da parte del giudice per l’udienza preliminare capitolina, così come richiesto dalla Procura. Esaminati gli atti di causa e le prove a carico il magistrato, come riporta Il Messaggero, ha ritenuto di dover procedere processualmente nei confronti dei due sanitari di una struttura privata romana.
Le mancanze che la Procura contesta ai due professionisti
Era il luglio del 2020 quando il 50enne ha deciso di sottoporsi a intervento, ma, secondo le indagini coordinate dalla Procura, forse proprio in quella sede, al paziente potrebbe essere stata danneggiata un’arteria epatica e non sarebbe stato trasferito tempestivamente in terapia intensiva. Presunte mancanze per le quali due medici sono finiti a processo.
La corsa per tentare di salvare la vita del 50enne
Ma nel corso delle attività investigative, utili a ricostruire la vicenda, sarebbe state riscontrate anche altre mancanza. Sembrerebbe che il 50enne non sia stato sottoposto ad adeguati esami preventivi e non sarebbe neanche stata accertata la reale condizione del paziente che, al risveglio dall’anestesia, avrebbe manifestato seri problemi respiratori. Anche il trasferimento in terapia intensiva non sarebbe stato tempestivo. Una serie di fatti che avrebbero contribuito a far precipitare le condizioni dell’uomo, trasferito prima al sant’Eugenio, poi al San Camillo. Nonostante gli sforzi dei sanitari, però, le condizioni del 50enne erano già critiche e per lui non c’è stato nulla da fare.