Non si uccidono così anche i cavalli? era il titolo di un celebre pellicola di Sidney Pollack (1969) tratto dal romanzo breve di Horace Mc Coy Ai Cavalli Si Spara.
È la prima cosa che ti viene in mente di fronte alle immagini e ai video che da qualche ora hanno iniziato a girare in rete. Non si tratta di cavalli questa volta. E quello che vedrete purtroppo non è soltanto un film.
È sotto shock, la voce rotta dal pianto – Federico Tosi, romano, 43 anni, allevatore di una delle più note aziende agricole nate ai primi del Novecento – 1908 per l’esattezza – all’interno della Riserva Naturale dell’Insugherata. Ieri gli hanno ucciso 44 maiali di cui 15 avevano solo due settimane di vita. E lo hanno fatto senza pietà di fronte al suo sguardo irretito e impotente. Gli animali erano tutti sani. E sono stati eliminati solo perché in una delle aziende attigue, a 3 km. dalla sua, erano stati trovati due esemplari positivi alla PSA. Tutta l’area è diventata quindi “zona rossa”. «Pertanto è stata emessa un’ordinanza anche per i miei capi», spiega Tosi.
L’uccisione brutale
«È iniziata alle 9 la mattanza, nonostante l’istanza di sospensiva presentata dall’interessato alla Asl di competenza. Sono entrati con la forza pubblica senza preavviso, rompendo i cancelli e hanno iniziato con metodi poco ortodossi (eufemismo) a seviziare le ignare bestiole, senza attenersi alle procedure», denuncia Federico Tosi, che si è già rivolto a un avvocato e promette battaglia legale.
Niente narcosi ma mattanza
In uno dei video si vedono uomini dipendenti di una non ben definita ditta incaricata dalla Asl per gli abbattimenti con indosso una tuta blu e stivali gialli muoversi in maniera scomposta e confusa tra i maialini terrorizzati. Uno di loro afferra un piccolo per le orecchie e lo trascina verso una morte che non è di certo quella prevista dal regolamento, vale a dire tramite narcosi e iniezione letale.
L’assurda vicenda che ha scosso l’intero mondo animalista – e non solo – è già stata definita uno scandalo. Nemmeno il rischio dell’espandersi di una zoonosi può giustificare tanta barbarie, è stato detto. Non si uccidono così nemmeno i maiali, esseri senzienti né più né meno come il cane e il gatto di casa del Dirigente Asl di turno.
Non pubblichiamo i video per rispetto della sensibilità dei lettori. Vi assicuriamo che sono atroci. L’allevatore, oltre che alla nostra redazione, li ha consegnati al suo legale, che sta formalizzando insieme al suo cliente una denuncia per quanto accaduto.
Rosanna Sabella