Hanno avuto una discussione e, per risolverla, uno dei due avrebbe pensato bene di spruzzare contro l’altro dello spray urticante. Una dose molto elevata, spruzzata al chiuso della metro, che ha provocato malesseri in numerosi passeggeri, al punto da costringere Atac a chiudere la stazione San Giovanni per quasi due ore. È questa la ricostruzione fatta dagli investigatori, grazie al racconto dei testimoni, dopo quanto successo ieri sera a Roma. Protagonisti della lite, sempre secondo il racconto dei testimoni, due cittadini di origine magrebina.
La metro San Giovanni a Roma è stata riaperta alle 20:45, dopo che era stata chiusa alle 19:00. Diversi passeggeri della linea A fermi nella stazione della Linea A San Giovanni, chiusa nel tardo pomeriggio, avevano accusato problemi alla respirazione. Da qui l’esigenza di chiudere la stazione, dopo che era stato avvertito un strano odore, che aveva fatto pensare all’utilizzo di uno spray, forse al peperoncino. Allo scattare dell’allarme sul posto sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco.
#info #atac – metro A: stazione San Giovanni riaperta. I treni hanno ripreso a fermare (terminate verifiche delle forze dell’ordine) #Roma
— infoatac (@InfoAtac) May 23, 2023
Le verifiche delle forze dell’ordine
Le forze dell’ordine stanno indagando per verificare se si tratti effettivamente di spray urticante, che abbia determinato la difficoltà di respirazione in un gran numero di passeggeri. È la domanda che si fa anche il Codacons, che chiede chiarezza alle autorità competenti.
“Se come confermato dalle prime indiscrezioni la chiusura della stazione risulterà causata dalla diffusione di spray al peperoncino, è necessario individuare i responsabili di tale azione a danno della collettività e perseguirli penalmente. L’atto ha provocato infatti la chiusura di un importante snodo del servizio metropolitano creando disagi ai viaggiatori e ritardi. Una circostanza che non solo configura l’interruzione di pubblico servizio, ma anche reati contro la salute pubblica. Per tale motivo chiediamo alla procura di acquisire le registrazioni del sistemi di videosorveglianza interni alla stazione e perseguire penalmente gli autori del gesto”, sostiene l’associazione in difesa dei consumatori in una nota.