La Signora Lea vive nella sua casa in zona San Paolo da circa 70 anni, ha 95 anni e davanti le ingiustizie – almeno quelle insensate – lei reagisce e cerca soluzioni. Una storia complessa che parte con una notifica di sfratto, passa per le pagine dei giornali e suscita una pronta risposta da parte dell’Amministrazione, ma andiamo per gradi.
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Settimana scorsa la Signora Lea che si trovava in casa – nella sua casa – quella nella quale ha vissuto per 70 anni, prima con il marito e adesso da sola, ha sentito improvvisamente suonare alla porta. Lea si è alzata e è andata ad aprire: “Diffida al rilascio per occupazione senza titolo dell’alloggio di proprietà dell’Amministrazione Capitolina a largo Veratti 17“.
Lo sfratto alla Signora Lea: la “risposta” delle Amministrazioni
Lea è una donna che da tempo vive sola in quell’appartamento ubicato nel complesso di palazzi antistanti all’università Roma Tre. E’ una donna combattiva che non ci sta a quest’ingiustizia e così chiede aiuto e decide di raccontare la sua storia a Il Tempo. “Hanno anche sbagliato civico. Ma poi con che faccia dal Campidoglio hanno detto che vogliono mettere tutto a posto e questi vogliono cominciare proprio da me, che sono in regola? Dicono che vogliono fare la sanatoria perché ci sono tanti abusivi e allora che iniziassero dagli occupanti veri e lasciassero morire in pace me” ha raccontato – giustamente – la signora.
Lea non vuole combattere un’altra guerra, si appella tutt’al più ad un briciolo d’umanità che non dovrebbe neppure presentarlo un atto di sfratto in casa di una 95enne. Eppure una risposta, anche bella arguta, è arrivata dall’Amministrazione: a scriverla è Valentina Vivarelli – Assessora al Patrimonio e alle Politiche Abitative di Roma Capitale, del Movimento 5Stelle.
“Nessuno sfratto in corso nei confronti della signora Lea. Voglio precisare che si tratta di una comunicazione di un avvio del procedimento a causa di irregolarità amministrative protrattesi negli anni. La signora Lea può ancora presentare domanda di sanatoria entro il termine del 28 maggio 2021 mediante il modulo che Lei o un suo familiare può trovare sul sito istituzionale di Roma Capitale o comunque può mettersi in contatto con gli uffici del Dipartimento Patrimonio per la definizione del percorso istruttorio”.
Ora, come si spiega alla Signora Lea che seppur non abbia molta dimestichezza con internet entro tre giorni da oggi deve scaricare una domanda e poi presentarla agli uffici del Comune di Roma? Non sarebbe forse più facile che anziché avere la premura di scriverlo su Facebook, lì in Campidoglio si preoccupassero di comunicare direttamente con la Signora Lea?
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