I funzionari della Sezione Antifrode e Controlli dell’Ufficio delle Dogane di Roma 1, hanno scoperto una frode nel settore dei prodotti alcolici. Vediamo insieme di cosa si tratta.
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Maxi frode a Roma
L’operatore sottoposto a controllo agiva in regime di deposito fiscale, ossia ad accisa ed Iva sospesa, stoccando all’ingrosso birra e vini. Dopo essere entrati in quella che doveva essere la sede fisica del deposito di destinazione dei prodotti, i funzionari accertavano che lo stesso era stato smantellato e reso non più operativo da diversi mesi.
La stranezza, che ha insospettito i funzionari, sta nel fatto che dal punto di vista informatico l’operatore – nello stesso periodo – aveva continuato ad accettare ed appurare (ossia a certificare l’avvenuta introduzione della merce nel deposito) – ovviamente in maniera fittizia – un considerevole numero di “e-ad” (documento elettronico di trasporto e movimentazione del prodotto che viaggia in sospensione di imposta).
Oltre 2 milioni di euro di multa
Naturalmente nel luogo fisico dove si trovava il deposito i funzionari non hanno trovato, al momento dell’accesso, alcuna giacenza effettiva. La merce accompagnata dagli “e-ad” emessi in frode risultava quindi palesemente sottratta all’accertamento e al pagamento dell’accisa gravante per un ammontare complessivo di 2.250.000 euro a titolo di accisa, a cui vanno aggiunte multe per un ammontare di 22.500.000 euro.
Chi ha contribuito alla frode è stato un gruppo di sei persone, ognuna delle quali aveva un diverso ‘compito’ nella truffa in questione.