Roma. Uno degli attori principali della criminalità organizzata capitolina, Elvis Demce, amico di Diabolik, è riuscito ad arrivare dove è arrivato anche grazie alla collaborazione di diversi colletti bianchi che, intorno, a lui formavano un circuito di assistenza e compiacenza. Uno di questi elementi cruciali del circuito, sarebbe un rinomato psichiatra dell’Ospedale San Giovanni, A. P., il quale, ovviamente dietro non magri compensi, avrebbe documentato l’incompatibilità del boss con il regime carcerario. Lui, il boss della mafia albanese, per il quale durante il processo sono stati chiesti ben 187 anni di carcere, era capace di muoversi con dimestichezza sia negli ambienti calabresi, sia in quelli della camorra Senese: importava fiumi e fiumi i cocaina dal Sud America e di hashish dal Marocco, per rivenderli nel Paese. Ad ogni modo, lo psichiatra, a quanto pare, gli avrebbe coperto diverse volte le spalle, come confermato anche da FanPage.it.
Il medico e i suoi pazienti della Mafia
L’attività del medico per il suo paziente, comunque, non è passata inosservata ai carabinieri concentrati sul caso, i quali a seguito di un’articolata attività d’indagine fatta di verifiche e intercettazioni, hanno inquisito lo psichiatra per i reati di falso, corruzione e procurata evasione. Secondo l’indagine sarebbero state proprio le sue perizie e i suoi servizi a permettere a Demce di uscire dai domiciliari. I suoi uffici sono stati perquisiti lo scorso 24 ottobre ma la notizia è emersa alle cronache solo oggi a quanto pare. Ma comunque, non è finita qua di certo, perché i militari ora stanno passando in rassegna la lunga lista di pazienti che sono stati in cura dal dottor Pacileo. Tra questi, figurano nomi altisonanti per la cronaca: Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, il capo degli Irriducibili e a capo di un gruppo di narcotrafficanti assassinato il 7 agosto 2019. Anche lui, come Demce, sarebbe cresciuto all’ombra di Michele Senese, detto ‘O Pazz.
Le intercettazioni del boss albanese
Ecco le intercettazioni di Demce, quando raccontava a un altro esponente del crimine romano come evitare il carcere: “Comincia a segnarti alSert come tossico, ad oggi è l’unica cosa che te fa risparmia galera, do na botta me faccio mezza grappa a sera e a mattina je vado a piscià”. Ma non basta, c’è bisogno di un’altra certezza: la perizia psichiatrica. “La cosa più importante è la psichiatria, è la testa, perché con la testa rimani sempre fuori”. E così, grazie al suo dottore fidato, Demce otteneva un certificato che lo attesta come bipolare, schizofrenico, paranoico e sociopatico.