Combattere il Covid è difficile, questo è certo, ma a volte la sanità italiana tocca livelli allucinanti. Quanto è accaduto oggi a un’82enne romana, cardiopatica e con 3 stent al cuore è solo un esempio della cattiva gestione sanitaria del nostro Paese. Ma andiamo con ordine. La donna aveva un sospetto Covid, così è stata chiamata questa mattina alle 08.00 un’ambulanza per portarla in uno dei più noti ospedali di Roma, in zona Vaticano. Quel che è accaduto dopo è una vera epopea.
L’epopea di un’anziana romana: l’inizio
La donna era malata da 5 giorni con febbre che oscillava tra i 38,5 e i 39 gradi. Aveva effettuato ben due tamponi rapidi, risultati entrambi negativi ed era stata visitata dal medico di famiglia, andato appositamente a casa sua. Vaccinata con 3 dosi, i familiari pensavano si trattasse di una banale influenza ma ieri, nel tardo pomeriggio, uno dei nipoti della donna ha effettuato un tampone rapido (poiché aveva mal di gola) e l’esito è stato positivo.
Poi, questa mattina presto, alle 07.30, la chiamata a una delle figlie: “Sto male, chiama qualcuno, fai venire l’ambulanza. Non so che ho e non riesco ad alzarmi dal letto”. La figlia si è subito mobilitata per chiamare il 118, segnalando che la madre stava male e poteva essere un sospetto Covid, timore, a quel punto, più che lecito dato che l’anziana aveva avuto, in precedenza, contatti con il nipote risultato positivo. I sanitari sono arrivati rapidamente, aiutando l’82enne a scendere dal suo appartamento e salire in ambulanza. Davanti alla figlia della donna hanno contattato l’ospedale più vicino, chiedendo se avevano posti per un sospetto caso Covid. L’ospedale ha dato una risposta affermativa e la donna è stata portata lì.
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La surreale esperienza di un’anziana malata: 10 ore in ambulanza
Ma da quando l’82enne è giunta all’ospedale la situazione ha preso una piega a dir poco surreale. La donna è stata tenuta per ben 10 ore dentro l’ambulanza, senza che potesse uscire o scendere, fino alle 18.30 di oggi. Non solo: i medici avevano contattato la figlia della donna, dicendo che l’avrebbero chiamata nel momento in cui avrebbero avuto la risposta del tampone rapido, per il quale assicuravano che ci sarebbero volute massimo un paio di ore. Ma poi non hanno più dato notizie fino alle 15.45. E’ stato allora che la famiglia ha ricevuto la chiamata, dopo aver sentito più volte l’anziana al cellulare e aver ricevuto informazioni frammentarie. Infatti, durante le chiamate, la donna ha detto che le avevano fatto il tampone, poi che i medici le volevano fare una tac al torace anche senza sapere l’esito del tampone. Alle 15.45, finalmente, una dottoressa ha telefonato alla figlia, dandole la notizia che, purtroppo, la madre era risultata positiva al tampone rapido. Bisognava aspettare il molecolare, ma al 99% la donna sarebbe risultata positiva anche a quello.
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Una spirale di follia
Al telefono con il medico, la figlia ha chiesto altre informazioni al riguardo e come agire. La risposta della dottoressa, a quel punto, è stata incredibile. Nonostante la donna abbia 82 anni, sia cardiopatica, abbia 3 stent al cuore e altre problematiche, secondo i medici non aveva bisogno del ricovero, in quanto il suo Covid era “blando” e “curabile a casa”. Purtroppo, però, la casa dell’anziana non consente di essere messa in sicurezza per un malato di Covid e la figlia lo ha fatto presente ai medici, asserendo che se qualcuno fosse andato su da lei avrebbe inevitabilmente contratto l’infezione. Per tutta risposta il medico ha detto che se non l’avessero fatta tornare a casa l’82enne avrebbe passato la notte nell’ambulanza (telefonata registrata dalla figlia della paziente, ndr). A gennaio, con il freddo di questi giorni. Alla richiesta della figlia di spostarla in un altro ospedale le è stato detto che non potevano farlo perché era una richiesta che avrebbe dovuto fare il 118. In pratica è stato detto alla famiglia che dovevano vedersela loro. Di lì è partito un giro di telefonate da parte dei parenti per cercare una soluzione e vedere come poter fare per mettere in sicurezza qualcuno che, però, potesse assistere l’anziana. Perché, a detta dei medici, l’82enne non era abbastanza grave da necessitare del ricovero, ma era troppo malata per stare da sola. La famiglia, non sapendo come poter mantenere la sicurezza e assisterla, qualora si fosse aggravata, alla fine ha dovuto optare per chiamare un servizio privato di assistenza. Dopo aver preso gli accordi ha richiamato l’ospedale per sapere se c’era stato l’esito del molecolare. E’ stato a quel punto che la vicenda ha toccato vette di incredulità. Nel frattempo l’82enne era ormai molto provata psicologicamente. “Voglio andare a casa. Ho freddo qui”, ha detto alla figlia al telefono. L’anziana non è stata fatta scendere dall’ambulanza neppure per andare in bagno, le hanno portato una padella.
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La fine dell’assurdità
Quando alle 18.20 la figlia dell’anziana ha richiamato i medici, la vicenda ha preso una piega oltre l’assurdità. La dottoressa, infatti, ha detto alla figlia che “in realtà il tampone rapido era negativo”. Alla richiesta di spiegazioni, in quanto prima era stato detto che il tampone era positivo, il medico ha risposto: “Eh sì, invece ricontrollando bene… era negativo”. Oltretutto, pur essendosi accorti che c’era stato un errore di lettura del risultato, nessuno della struttura ha pensato di avvertire la famiglia. Infatti sono stati i parenti della donna a richiamare per avere informazioni, e a quel punto sono stati avvisati dell’errore. Una bella notizia, ma che, comunque, non basta a calmare totalmente la rabbia dei familiari. Né ripaga l’anziana di quello che ha subito in quelle 10 ore di isolamento in ambulanza, che l’hanno profondamente provata sia fisicamente che psicologicamente. Infatti, durante quel tempo, sono state diverse le telefonate fatte alla figlia e ai nipoti in cui manifestava la sua paura e la confusione per quanto stava passando. “Voglio andare a casa. Qui sento molto freddo”, ha detto in una delle chiamate. Un’anziana che non è potuta scendere dall’ambulanza nella quale era “blindata” neppure per andare al bagno (alla sua richiesta le è stata portata una padella), che non ha potuto mangiare né bere per ore. L’attesa è stata tale che, una volta scesa dall’ambulanza, gli infermieri le hanno dovuto fare una flebo per reidratarla dei liquidi persi.
Solo dopo aver saputo che la donna era negativa è stata condotta in un reparto e tenuta sotto osservazione per la notte. Sembra un’assurdità: con il Covid l’avrebbero mandata a casa, senza l’hanno ricoverata.
Così finisce questo orribile giorno dell’Epifania
(Foto di repertorio)