Sono le due del pomeriggio. Ora di pranzo per molti romani. E non solo. Una cornacchia si avventa vorace su un appetitoso avanzo di pollo che sbuca da una delle decine di buste semiaperte accatastate dentro e fuori i secchioni. Non siamo in un lembo sperduto della periferia, ma a due passi da uno dei più grandi e frequentati ospedali di Roma: il Policlinico Gemelli.
Di fronte a tanto e tale scempio Daniela S., una volontaria ambientalista che abita nei pressi, non ha resistito. Esasperata dal protrarsi della situazione, ormai una vera e propria emergenza sanitaria ormai, ha deciso di agire. E ha fotografato e filmato quella discarica a cielo aperto. Ma non si è limitata Daniela a documentare con le immagini l’inverecondo scempio. E prima di chiamare i vigili, ha interpellato gli addetti del vicino fast-food.
La risposta dell’addetta al Fast Food
“C’è una busta piena di vostri scontrini, che dimostra che si tratta di rifiuti che provengono da qui. Quindi, se parte una denuncia, questa è nei vostri riguardi”, dice l’ambientalista. “La società che raccoglie i rifiuti ha i ticket aperti: non passa a ritirarci l’immondizia – ribatte l’addetta al fast food – noi scattiamo le foto, dicendo che lasciamo i rifiuti qui. Adesso voi mi segnalate questo…”, prova a giustificarsi.
“No”, replica Daniela, “Io non sto segnalando: io pretendo che i rifiuti vengano tolti adesso, prima che qualche cinghiale si avvini per mangiare il cibo che è stato buttato a terra. E’ un vostro obbligo, non si possono gettare i rifiuti a terra”. “Risolveremo subito, va bene. Più volte abbiamo denunciato questa situazione”, risponde la ragazza. Ma la direttrice del fast food conferma che non sanno più dove mettere la spazzature, perché a loro è stato dato un solo secchione. E i rifiuti non vengono raccolti, perché è domenica e la raccolta in realtà non viene effettuata da Ama, ma da una ditta in subappalto, che nei giorni festivi non lavorerebbe.
Da cibo per umani a cibo per cinghiali
Eppure è proprio la domenica e nei giorni festivi che nei fast food si lavora di più e, di conseguenza, si producono più rifiuti. Ma, secondo quanto rivelato, la ditta passerebbe solo alcune volte a settimana e non tutti i giorni. Con il risultato che i rifiuti si accumulano nel cassonetto fino a tracimare e a finire sul marciapiede, come oggi. E a diventare cibo per gli animali: cornacchie, topi, gabbiani e, appunto, cinghiali.
“Avete la vostra responsabilità – afferma l’ambientalista – ogni giorno i cinghiali vengono “accusati” e poi uccisi. Ma se vengono attirati dal cibo, è normale che arrivino fin qui. Si parla tanto dell’emergenza della peste suina africana, poi non si combatte questo tipo di emergenza, che viene alimentata quotidianamente. Non mi sembra normale”.
La polizia locale, chiamata da Daniela, purtroppo non è mai arrivata: era impegnata altrove. Stessa cosa per Ama: nessun operatore era disponibile. I rifiuti sono quindi rimasti a terra, almeno finora. E nessuno del fast food ha raccolto i rifiuti per metterli da qualche altra parte. Quindi il “Risolveremo subito” in realtà si è trasformato in un nulla di fatto. Benvenuti a Roma…
Maria Corrao e Rosanna Sabella