I tamponi destinati alla sanità pubblica, nel Lazio, finiscono in un mercato di vendita parallelo ma illegale. Con la complicità di qualcuno inserito nelle strutture i kit per il tracciamento Covid sono stati venduti a nero ad un prezzo più basso. Questa è la scoperta degli investigatori del Nucleo antisofisticazione e sanità dell’Arma, con a capo Maurizio Santori, che stanno continuando a lavorare per capire quante persone siano coinvolte.
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Il mercato nero dei tamponi
Da quanto si apprende dalla notizia riportata da Il Messaggero, l’indagine parte con il sequestro di alcuni tamponi in zona Tiberina ad un rivenditore di Roma Nord, successivamente multato per 3mila euro.
La nascita di questo ‘mercato nero’ sembra sia dovuta all’elevata richiesta di test, aumentata in vista delle festività. In molti vogliono sottoporsi ad un tampone per la sicurezza di sé e le persone care che prevedono di incontrare a Natale e durante le festività.
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L’aspetto primordiale su cui lavorano i carabinieri del Nas è ricostruire la rete illegale che si crea all’interno di questa pratica.
Chi esegue i tamponi? Quali sono le strutture che li analizzano?
Oltre ai tamponi ‘sottobanco’, in queste ultime settimane, ci sono state diverse segnalazioni di laboratori e farmacie del Lazio che effettuano il tampone ad un prezzo più alto di quello stabilito. La Regione dopo aver verificato ha provveduto a revocare loro l’accreditamento richiesto per il servizio del tampone.