La voce girava già da tempo. Le gabbie utilizzate per la cattura dei cinghiali non recano il marchio CE. Pertanto non sono a norma. Così se gli animalisti avevano avuto in più occasioni a che ridire sui metodi poco ortodossi utilizzati dagli operatori e dalle Guardieparco di Roma Natura, l’ennesima verifica effettuata questa mattina al Pineto su un dispositivo esposto in bella mostra sul tappeto erboso li ha mandati su tutte le furie
“Più che una gabbia pare una ghigliottina”, ha commentato un’utente su Facebook. In effetti il portello che dovrebbe chiudersi alle spalle del malcapitato di turno, attratto dai grani di mais sparsi sul fondo, si chiude di scatto in modo poco rassicurante. E in maniera così netta e pesante da poter tagliare a metà anche un braccio, è stato detto. Messi di fronte ai risultati del test improvvisato dagli animalisti accorsi immediatamente in loco, gli addetti alla sala operativa della Guardia di Finanza non hanno saputo cosa rispondere. Ed è iniziato il solito rimpallo di competenze che ha fatto inviperire i partecipanti all’improvvisato raduno.
La rissa al Parco delle Sabine
Questo accadeva stamattina intorno alle 11, presso il parco del Pineto. Ma già da ieri sera al Parco delle Sabine il convegno degli attivisti – capitanati dal Presidente del Partito Animalista Europeo Stefano Fucelli – era sfociato in una rissa. Qualcuno aveva iniziato anche ad alzare le mani dando vita ad una escalation incontrollata di violenza soprattutto verbale. Sono volati infatti insulti pesanti, rivolti in primis verso i carabinieri giunti numerosi sul posto, poi nei riguardi di una donna, una guardiaparco, che seduta su una cassa chiusa, si rifiutava di mostrarne il contenuto.
Il sospetto era che all’interno giacesse il corpo senza vita di un cinghiale appena catturato e ucciso. Dubbio che non è stato ancora ad oggi accertato in quanto la giovane donna resisteva, rifiutandosi di cedere alle provocazioni degli attivisti.
Il tentativo di avvelenamento
Nel frattempo, l’allarmismo nei confronti degli ungulati ha cominciato a causare altre vittime. È di poco fa l’allarme di una donna che attraverso il gruppo Facebook di Colle Salario denuncia: “Attenzione! Al parco di Peter Pan hanno messo delle palle di riso avvelenate. Il cane di mio padre ha ingerito solo alcuni chicchi e sta malissimo. L’animale più pericoloso è l’uomo, non il cinghiale!”, conclude esasperata la signora.
Cinghiali a Roma, l’allarme: in vendita carne ‘rischiosa’