Roma. Un metodo alternativo, per intascare guadagni extra. E non si tratterebbe di pochi spiccioli. Al contrario, nel giro di soli cinque anni avrebbero ottenuto quasi 170mila euro. Tre funzionari ed un architetto, che lavoravano nell’ufficio dell’ispettorato edilizio del III Municipio, avevano organizzato segretamente il loro piano per avere guadagni extra.
Il reato di concussione
Ora, però, Vincenzo Salvatore Arleo, all’epoca dei fatti funzionario del III Municipio, è finito a processo con l’accusa di concussione in concorso con altri due funzionari colleghi ed un architetto. Per lui, è stato richiesto il giudizio immediato e il prossimo 20 ottobre, in udienza, saranno ascoltati i testimoni della difesa.
Il modus operandi dei funzionari
Il metodo impiegato era quasi sempre lo stesso, con pochissime variazioni sul tema: si sceglieva la vittima dell’operazione, poi si eseguivano dei sopralluoghi con delle perizie che si concludevano sempre con esito negativo. Quelle che venivano accertate erano le carenze tecniche ed amministrative, anche se non previste dalla normativa del settore edilizio, e che rendevano impossibile concedere le autorizzazioni.
A quel punto, scattava il piano: al fine di poter sanare le irregolarità evidenziate e ottenere di conseguenza i permessi necessari, alla vittima veniva proposto di rivolgersi a due studi privati: Eco Area srl, di cui Arleo era socio al 55%, ed Eco Area snc, amministrata dal figlio Andrea.
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Quando è iniziato tutto
Il tutto era iniziato nel lontano 2014, andando avanti senza particolari intoppo per ben cinque anni. A denunciare ai carabinieri le condotte vessatorie subite è stato il titolare di un’azienda che si occupava di due aree adibite a parco giochi: Città di Roma in via Ponte delle Valli, a Montesacro, e Fantasy Garden di Largo Pugliese, a Talenti. Anche qui, Dopo il rifiuto dell’autorizzazione, Arleo gli aveva consigliato di avvalersi della «sua collaborazione professionale», ma l’uomo, in questo caso specifico, si era rifiutato.
Le indagini
A quel punto, dopo la segnalazione, erano scattate le indagini, condotte dalla polizia locale tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, con l’ausilio dei tabulati telefonici. L’arresto era sopraggiunto, poi, il giorno del 5 novembre 2020, per Arleo e altre tre persone, ma successivi accertamenti hanno coinvolto anche altri sette funzionari in concorso.
Come indica anche Il Messaggero, tra le persone offese spunta anche il Comune di Roma, oltre a due ingegneri, costretti ad avvalersi dei servizi della società per l’ottenimento di un ampliamento immobiliare per il quale erano stati versati 149 mila euro nelle casse della società e, successivamente, altri 3 mila come acconto di una somma di 13 mila euro.
”Fatti gravi e inaccettabili”
All’epoca il presidente del III Municipio era Giovanni Caudo, che al Messaggero aveva dichiarato in quell’occasione: «Sono fatti gravi e inaccettabili. La legalità, la trasparenza, la correttezza e la retta conduzione sono i cardini dell’attività dell’amministrazione del Municipio. Macchiarsi di reati che li violano è gravissimo e intollerabile». Arleo ora è in pensione e ha venduto le sue quote di Eco Area (ormai dismessa). L’uomo è sottoposto ad obbligo di firma due volte alla settimana.