Roma. L’ennesimo caso di truffa dello specchietto, nella Capitale, come tanti ce ne sono stati in questi mesi, con tutto il suo inventario di base. Un canovaccio consueto, messo all’opera da due fratelli romani e impiegato per far cadere nel tranello il povero malcapitato.
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Truffa dello specchietto a Roma
La cosa è andata più o meno così: la vittima ha percepito un rumore improvviso mentre si trovava alla guida, poi due ragazzi che lo hanno fermato perché, a loro dire, lui guidatore “distratto” aveva inavvertitamente danneggiato la loro auto, come dimostrato dai segni lasciati sulla carrozzeria. Da qui, dopo un primo momento di confusione, la trattativa per il risarcimento bonario del danno, un centinaio di euro cash “senza mettere in mezzo le assicurazioni, sennò aumenta il costo della polizza” – dicevano. Sembrava filare tutto liscio, ma la vittima del raggiro, un uomo di 56 anni, non è caduta nel tranello e ha deciso di non risarcire proprio nulla, anzi di raccontare tutto alle autorità, in particolare ad una pattuglia di Carabinieri in transito, per poi andare direttamente in caserma a sporgere denuncia.
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La denuncia ai carabinieri e il kit del truffatore
I militari, ricevuta la descrizione dei due sospettati e dell’auto su cui si muovevano, si sono messi subito sulle loro tracce intercettandoli in zona Prati. Nell’abitacolo dell’utilitaria, su cui sono stati identificati due fratelli romani, di 31 e 32 anni già conosciuti alle forze dell’ordine, sono stati sequestrati dei frammenti di asfalto e alcune strisce di carta vetrata, il perfetto “kit” per mettere a segno le truffe dei falsi incidenti. Per i giovani è scattata la denuncia a piede libero con l’accusa di tentata truffa dello specchietto.