Erano convinti di prenotare un albergo in centro a Roma, effettuavano tutte le necessarie procedure — con tanto di pagamenti telematici — ma era una truffa bella e buona, architettata nei minimi dettagli, fino a quando il personale del I Distretto Trevi Campo Marzio non ha individuato e portato a galla il sodalizio criminale. La lunga ed articolata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha permesso di individuare numerosi soggetti indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di frodi informatiche/telematiche nonché riciclaggio di denaro. La truffa veniva alimentata sui vari siti e-commerce turistici e ha permesso di ottenere ben 600mila euro. Circa 200 le persone raggirate, diciannove invece quelle deferite in stato di libertà, tutte residenti in provincia di Roma, e due quelle arrestate.
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La truffa delle finte prenotazioni e le indagini della Polizia
In particolare l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha evidenziato che l’associazione a delinquere era stata costituita al fine di creare falsi profili di strutture alberghiere inesistenti, successivamente pubblicizzate sui vari circuiti di prenotazione alberghiere. L’obiettivo era quello di conseguire illeciti profitti. Gli indagati per portare a compimento il loro disegno criminoso — dopo aver conseguito l’ingiusto guadagno attraverso l’utilizzo fraudolento dei mezzi di pagamento elettronici, P.O.S., artificiosamente attivati a nome di strutture ricettive inesistenti per conto dei sodali — compivano un insieme di operazioni mirate a dare una parvenza lecita ai capitali ottenuti illecitamente. Il tutto avveniva attraverso una serie di bonifici ed operazioni bancarie finalizzate alla realizzazione di un effetto dissimulatorio che rendeva più difficile l’identificazione e il successivo eventuale recupero dei profitti.
Le false prenotazioni e i sequestri
Agli ignari clienti, a seguito della prenotazione on line di strutture turistico alberghiere inesistenti in zone centrali della Capitale, venivano telefonicamente richieste, attraverso raggiri, le credenziali delle proprie carte di credito con relativi codici di sicurezza, con il pretesto di esigere il versamento della caparra che sarebbe stata successivamente resa. Inoltre, nel corso delle perquisizioni effettuate durante l’attività investigativa venivano sequestrati: vari smartphone, computer portatili, numerose carte di credito intestate a terze persone, apparecchi POS perfettamente funzionanti ed allacciati alla rete elettrica, attivati per conto di inesistenti strutture ricettive, attraverso i quali gli indagati effettuavano versamenti fraudolenti, su conti a loro riconducibili, con carte clonate.
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L’agenda con l’elenco dei clienti
Veniva sequestrata, altresì, un’agenda sulla quale venivano meticolosamente riportati i nominativi delle vittime che, inconsapevoli, avevano provveduto alla prenotazione delle strutture alberghiere, dall’ottobre 2021 al marzo/ aprile 2022, elencati in maniera progressiva e catalogati per nazione di provenienza e siti di prenotazione; venivano riportati, inoltre, in maniera precisa, i numeri delle carte di credito, cifre, codici segreti carpiti, numeri di telefono, email e il periodo delle prenotazioni. Da una prima analisi nel suddetto periodo sono risultate catalogate oltre 200 vittime, la maggior parte delle quali straniere.
L’intervento dello U.S. Department of Homeland Security- United States Secret Service
Fondamentale l’apporto nelle indagini del personale specializzato del Compartimento Polizia Postale e Comunicazioni Lazio, che ha effettuato indagini tecniche sugli indirizzi I.P. generati dalle connessioni realizzate dalle utenze sequestrate e riferite agli indirizzi email utilizzati per le prenotazioni alberghiere. Le indagini si sono avvalse, inoltre, del prezioso contributo del collaterale “U.S. Department of Homeland Security- United States Secret Service” attraverso l’Ambasciata degli Sati Uniti d’America in Roma, che ha cooperato nell’attività d’indagine, visti i numerosi cittadini statunitensi vittime dell’organizzazione. Da una prima stima delle cifre sottratte alle vittime truffate, il sodalizio avrebbe realizzato, nel periodo esaminato, un illecito profitto quantificato in 600.000,00 euro.
Truffa delle finte prenotazioni: i reati contestati
In un secondo filone dell’articolata indagine effettuata a carico di due indagati sono stati, altresì, contestati i reati di indebito utilizzo di carte di credito, sostituzione di persona, insolvenza fraudolenta e frode informatica. In particolare i soggetti nel periodo d’indagine, hanno simulato un alto tenore di vita, presentandosi presso i migliori hotel della capitale a bordo di auto di alta gamma, indossando gioielli e orologi di elevatissimo valore, al fine di trarre in inganno i gestori degli Hotel lussuosi frequentati, mostrandosi come persone facoltose. In tal modo hanno fruito dei servizi venduti dalle lussuose strutture ricettive, soggiornando presso le esclusive suites con prezzi elevatissimi, utilizzando i servizi di ristorazione in camera con cene esclusive, per poi saldare il conto con carte di credito clonate all’estero, intestate ad altre persone, con conseguente contestazione delle transazioni che avvenivano spesso a distanza di giorni e che non permettevano agli hotel di incassare i corrispettivi dovuti. Quattro gli alberghi esclusivi della capitale vittime della coppia, con operazioni contestate ed insolute per oltre 120.000 euro.