Nel cuore di Roma, nei pressi della stazione Termini, la crescita dell’insicurezza sta colpendo duramente gli esercenti locali. Rapine, furti e aggressioni sono diventati eventi quotidiani, costringendo i negozi a chiudere anticipatamente, sacrificando i guadagni in cambio della propria sicurezza.
Roma, peggiora l’emergenza sicurezza a Roma: la voce dei negozianti
Un negoziante, gestore di un’attività di elettronica in via Giolitti, racconta a Il Messaggero di “essere stato minacciato con un coltello durante una rapina“, subendo anche due furti separati. Gli attacchi non sono isolati, ma rappresentano una realtà diffusa per molti commercianti della zona. La paura ha portato alla chiusura anticipata delle serrande al calare del sole, con negozianti costretti a rinunciare a potenziali profitti per proteggere sé stessi e le loro attività.
Nel mirino della criminalità i negozi nel quadrante di Roma Termini
Le “bande” che operano nella zona non si limitano a scippare turisti e pendolari, ma si spingono anche a compiere aggressioni fisiche contro chiunque si trovi nei paraggi, con l’obiettivo di aumentare i profitti illeciti. Coltelli e oggetti taglienti sono diventati gli strumenti di scelta di questi criminali. Un noto imprenditore della zona, proprietario di un bar in via Giolitti, racconta di “chiudere alle 17” come misura precauzionale per evitare incontri indesiderati con individui problematici. La situazione peggiora col calare delle tenebre, quando le “bande” intensificano le loro azioni, creando un clima di insicurezza diffuso. La conoscenza delle dinamiche di questi gruppi è diventata una forma di autodifesa per i residenti e gli esercenti.
Criminali all’assalto dei negozi di Santa Maria Maggiore e nella stazione Termini
Anche in via Manin, la chiusura anticipata è diventata la norma, specialmente per i negozi che vendono oggetti di valore. Un altro negoziante, gestore di una gioielleria, sottolinea “la costante minaccia di pagamenti fraudolenti e furti di orologi dalle vetrine”. Nonostante la conoscenza della zona e dei gruppi coinvolti, danni e intrusioni sono inevitabili. Le donne che lavorano nella zona vivono una situazione ancor più complicata. Le commesse dei negozi all’interno della stazione Termini, molte delle quali giovani donne, raccontano a Il Messaggero di “tornare a casa con paura dopo le 21”. La solidarietà tra colleghe diventa fondamentale, avvertendosi reciprocamente della presenza delle “solite facce” che si aggirano nei paraggi. Nonostante i controlli delle forze dell’ordine, i furti e le rapine persistono, creando un clima di costante apprensione.
La situazione nella galleria commerciale della stazione Termini
Una signora, dipendente di un negozio di cosmetici nella stazione, evidenzia la vulnerabilità degli esercenti. Anche se ha denunciato il furto del suo cellulare, racconta di essere stata fortunata rispetto a un collega aggredito e rapinato al termine del turno. La situazione sembra essere fuori controllo, con i commercianti locali costretti a cercare modi creativi per difendersi da questa ondata di criminalità. La speranza è che le autorità intensifichino gli sforzi per ripristinare la sicurezza nella zona e restituire la tranquillità a chi lavora e vive nei pressi della stazione Termini.