Se non si fa qualcosa, circa centrotrenta maiali e cinghiali verranno uccisi. Senza motivazione. Questo l’allarme della ‘Sfattoria degli Ultimi’ che in questi giorni sta lottando contro provvedimenti “totalmente illegittimi”. L’Asl ha fatto sapere ai gestori che, in caso di ordine di abbattimento, sarebbero costretti a procedere con l’uccisione degli animali. Animali che però, non fanno parte della categoria DPA e che quindi non sono destinati ad uso alimentare.
Il punto della situazione
Tutti gli animali hanno il microchip e sono registrati in Banca Dati Nazionale come animali non DPA (non destinati ad uso alimentare). Sono tutti sani e, soprattutto, salvi. Perché sì, la ‘Sfattoria degli Ultimi’, non è una fattoria. La ‘Sfattoria degli Ultimi‘ è un rifugio. Un luogo in cui vi sono animali salvati da condizioni di maltrattamento, che hanno bisogno di aiuto e di un posto sicuro. E oltretutto, tutte le operazioni vengono fatte “senza prendere un euro dallo Stato”.
Le linee guida dell’Asl
Il rifugio però si trova a Roma e rientra tra le aree indicate come zona rossa, ovvero a rischio peste suina. Per questo, in caso di ordine di abbattimento, sarebbero costretti ad ucciderli. Ma questi ordini “sono totalmente illegittimi”, in quanto la normativa esclude categoricamente tutti gli animali non DPA.
Inoltre, il rifugio si è impegnato a rispettare tutte le linee guida dell’Asl per quanto riguarda le doppie recinzioni e corridoi sanitari. Questo vuol dire che tutto è in regola e, soprattutto, sotto controllo. “Tutte le richieste sono state messe in pratica”.
Come vengono uccisi
“Nessun animale dovrebbe essere privato della vita, né per essere trasformato in cibo, né per altro. Qui però si tratta addirittura di illegalità, essendo la questione riguardante animali che la stessa legge vieta di uccidere poiché non destinati all’alimentazione. L’uccisione avviene con le scosse elettriche, davanti ai propri simili“.
Il “mandato di assassinio”
“I gestori del rifugio stanno vivendo un incubo, nella continua preoccupazione di ricevere un “mandato di assassinio” (perché di questo si tratta) da parte dell’Asl.
Questa follia è moralmente inaccettabile e va fermata subito. Se permetteremo alle istituzioni di commettere una tale barbarie all’interno di un rifugio, sarà come dare loro l’autorizzazione, quando lo riterranno opportuno, di entrare nelle nostre case e trucidare i nostri cani e gatti“, dichiara il rifugio.