Roma. Antonio Panci, di 77 anni, disabile grave, si appella da oltre quattro anni alle istituzioni per cercare di ottenere un suo diritto, come lui stesso lo definisce, e cioè un montascale a pedana per poter continuare a vivere in modo dignitoso anche all’esterno del suo immobile. Da quattro anni, nessuna soluzione, e per questo si definisce: “Oppresso e prigioniero in casa”. La notizia è stata raccontata da Repubblica, con un pezzo di oggi.
La triste storia di Antonio, prigioniero in casa da 4 anni
Antonio vive nella città di Roma, in una casa del Comune di Roma nel quartiere Garbatella, al secondo piano. La circoscrizione territoriale ricade nell’VIII Municipio. Sono anni che tra lui e l’istituzione va avanti una ”discussione” sulla questione del montascale che gli consentirebbe di uscire fuori dalla sua abitazione e prendere un po’ d’aria. Come lui stesso ha spiegato: ””Nel 2016 durante un intervento chirurgico, mi è stato lacerato l’omento e ciò mi ha provocato lesioni irreparabili che con il tempo peggiorano, tanto che ormai mi posso muovere soltanto con la carrozzina”. Dichiarazioni, ad ogni modo, confermate da certificati medici ufficiali.
La querelle con il Municipio VIII di Roma
Poi, sempre l’uomo, aggiunge: “Dopo due anni di richieste nel 2018 – racconta – grazie ai fondi messi a disposizione dell’allora ministro Fontana, l’VIII municipio decise di montarmi un seggiolino per scendere le scale. Addirittura avrei dovuto io sollevare la carrozzina a mano per metterla su questo seggiolino. Mi sono rifiutato di utilizzarlo, anche perché mi era impossibile ed ho chiesto, così come mi era stato prescritto dai medici, che venisse sostituito con un montascale. Ma non c’è stato verso. Addirittura visto il mio rifiuto qualcuno propose per me un Tso, ovvero un trattamento sanitario obbligatorio, a cui ovviamente mi sono opposto. Alla fine il municipio ha smontato il seggiolino, destinandolo ad un centro anziani, ma del montascale nessun traccia. La scusa era che poteva creare problemi in caso di incendio del palazzo. Ma da una relazione fatta dai vigili del fuoco, in mio possesso, poiché l’apertura del congegno occupa lo spazio delle scale soltanto per pochi secondi, non sussistono tali problemi. Sono soltanto scuse”.
La risposta del Municipio e i tempi d’attesa
Negli ultimi tempi, poi, Antonio si è rivolto anche ad un legale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili (Anmic). Alle richieste dell’avvocato il Municipio avrebbe risposto soltanto lo scorso settembre 2022, con una lettera in cui assicurava che entro il 31 dicembre del 2022 il montascale sarebbe stato, finalmente, reso disponibile e funzionante. Ma tempi si allungano, e come fa sapere il Municipio stesso: “Dopo varie vicissitudini che hanno visto protagonista l’inquilino, come municipio è stata trovata una soluzione con lo stanziamento a Bilancio nell’anno in corso di circa 15 mila euro per l’acquisto e l’installazione di un montascale a pedana. Si tratta di fondi straordinari che saranno effettivamente disponibili non prima della primavera del 2023, pertanto si prevede l’installazione e il collaudo del dispositivo entro il prossimo giugno 2023″. E intanto, la procrastinazione getta ancora più sconforto: ”Mi hanno condannato a rimanere prigioniero per altri sei mesi. È una situazione assurda: i fondi ci sono, ma manca la volontà di aiutarmi davvero. Che cosa farò nei prossimi sei mesi?”.