Tutto per rubare un orologio messo in vendita su internet da un cittadino romano: telefonate deviate, false identità e un alleato occulto dall’altro lato dell’operazione. Un pezzo in particolare, un Rolex del valore di 15mila euro. E così, tempo 48 ore, e due impostori, decidono di mettere a segno un colpo. La dinamica è semplice: “Compro io il suo orologio” dice un individuo con nome e cognomi falsi, ovviamente, così come la carta d’identità creata ad hoc e che porta sempre con sé. La notizia è stata riportata anche da Repubblica.
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Il colpo da film a Roma per rubare un orologio in vendita online
Dunque, la cosa è andata più o meno così: il soggetto in questione, dopo aver visto online l’8 ottobre su un sito che si occupa di vendite, ha subito contattato il proprietario dell’oggetto. La vittima del raggiro, un romano, già si stava fregando le mani con un sorriso di soddisfazione stampato sul volto per l’affare imminente: vuole togliersi di mezzo un Rolex che non ha mai usato e fare così un po’ di soldi in modo onesto, pensando di aver trovato un cultore della materia. Ma invece, dietro l’angolo c’è una vera e propria truffa ad attenderlo. Ma come avviene il tutto? Grazie al truffatore, il suo socio occulto e un pizzico di superficialità da parte di un dipendente della banca. Il fatto è accaduto all’incirca quattro mesi fa nella filiale di un istituto di credito in Piazza Irnerio. Ora, sul caso ci sono la procura e gli agenti del commissariato Aurelio a cui è stata presentata la denuncia.
L’inizio della truffa: “Voglio comprare il suo orologio ma pago con un assegno circolare”
Il truffatore contatta la sua vittima: “Voglio comprare il suo orologio ma pago con un assegno circolare”. Certo, il venditore preferirebbe il contante e vorrebbe evitare l’assegno. Ma il truffatore incalza, dicendogli che il giorno appresso sarà nella Capitale, sottolineando di essere una ”persona onesta” per condire il tutto un po’ di sano marketing personale. La vittima, così, non si fida e contatta la banca, la quale lo rassicura, spiegandogli che l’assegno circolare è una forma sicura di pagamento. Gli dicono: “Venga qui in banca per definire la vendita e così si toglierà ogni dubbio”. Il privato è già convinto in questo modo e insieme al compratore il 9 ottobre scorso vanno in banca per chiudere l’affare. Il truffatore, molto elegante, presenta il suo assegno, il romano ha in mano il suo Rolex.
Il dipendente della banca a Piazza Irnerio
Di fronte a loro c’è il dipendente della banca a cui viene consegnato l’assegno. Il dipendente lo guarda, vede il nome della banca e decide di chiamare cercando il numero su internet della filiale milanese. Ma il truffatore lo anticipa e gli dà il numero, ma il dipendente controlla comunque su internet e vede la coincidenza. Chiama, rispondo, ed il tutto viene confermato. Affare fatto.
La drammatica scoperta: l’assegno è un falso
L’indomani, però, accade il peggio. Il dipendente della banca con il quale è stato concluso l’affare è a dir poco imbarazzato e mortificato: l’assegno è un falso. Il romano raggirato, sbianca in volto e telefona all’uomo dell’affare. Il telefono è staccato. E così si va dalla polizia. Gli agenti cercano informazioni sulla filiale milanese. Una volta trovata, i dipendenti giurano di non essere mai stati chiamati da nessun collega per verificare alcunché. Cosa è successo?
Il colpo imponderabile
Per prima cosa si scopre che la sim del truffatore era intestata ad un immigrato, il suo nome dunque non esiste. La carta d’identità era più falsa che mai. E poi, il colpo da maestro inaspettato e imponderabile: qualcuno si sarebbe agganciato al cabinet telecom di piazza Irnerio, deviando così la telefonata quando da Roma hanno telefonato a Milano per avere rassicurazioni sull’assegno circolare in questione. Un colpo che è valso 15.000 euro ai due truffatori e una giornata da eliminare dalla propria biografia per la vittima del raggiro.
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