“Evasione bis di un detenuto, ormai evidentemente specialista della fuga, dal reparto psichiatrico dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma. Il ristretto, infatti, è riuscito nel pomeriggio di oggi a eludere la sorveglianza degli uomini di Polizia penitenziaria di scorta e a darsi alla macchia, dopo che già era evaso, sempre dall’Ospedale Pertini, il 12 ottobre scorso; in quell’occasione era stato prontamente rintracciato e riassicurato alla giustizia. Non conosciamo ancora l’esatta dinamica dell’evento e non sappiamo valutarne le cause, ma certamente anche questo accadimento è fortemente sintomatico dello stato patologico del sistema penitenziario di cui noi abbiamo fatto più volte la diagnosi e persino suggerito la terapia, ma rispetto al quale non si hanno risposte dalle istituzioni preposte, in questo caso rappresentate dalla politica, dal Ministero della Giustizia e dal Governo”. È quanto dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, a seguito dell’ennesima evasione di un detenuto affidato alle nostre carceri.
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Detenuto evade due volte in meno di un mese
“Peraltro – prosegue il Segretario della UILPA PP – la circostanza del ricovero in un reparto psichiatrico sembra tendenzialmente confermare da un lato la pericolosità sociale dell’evaso, ma dall’altro anche il fatto che il luogo di custodia con ogni probabilità non dovrebbe essere il carcere, laddove non è evidentemente possibile allo stato attuale fornire le cure adeguate. Tutto questo non lo si può risolvere semplicemente associando l’infermo al penitenziario per poi trasferirlo in carcere e sottoporlo a piantonamento della Polizia penitenziaria, con tutto ciò che ne deriva per la sicurezza, i costi economici e soprattutto sociali laddove quello descritto non sembra certo il percorso di recupero ideale”.
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La “caccia all’uomo”
“Confidiamo che il fuggiasco, braccato dalla Polizia penitenziaria e dalle altre Forze dell’Ordine, anche in questa circostanza possa essere presto ripreso, ma in ogni caso ciò non cancellerà l’accaduto e, soprattutto, non farà svanire i pesantissimi e persistenti problemi carcerari, ivi compresi quelli correlati alla gestione dei detenuti infermi di mente, che vanno urgentemente affrontati e condotti a soluzione. Per questo – conclude – invitiamo ancora una volta la politica, la Ministra Cartabia e il Presidente Draghi ad essere coerenti e consequenziali con quanto a più riprese annunciato”.