Roma. Dal Campidoglio sbagliano le buste paga, e ora arrivano i guai: molto probabile che si debbano restituire quasi 10 milioni di euro. Questo è quello che chiedono i dipendenti – 1.728 unità – di Roma Capitale, i quali hanno fatto ricorso in massa al cospetto del giudice del Lavoro. Quello che chiedono è il riconoscimento di scatti di anzianità e progressioni economiche, elementi che sarebbero stati totalmente non presi in considerazione nel conteggio degli stipendi per almeno 7 anni, a partire proprio dal 2016. Ora, l’ultima udienza è fissata all’inizio del 2023 e, qualora il giudice dovesse accogliere la richiesta delle masse di dipendenti capitolini, allora l’amministrazione dovrebbe ricalcolare nuovamente i compensi: ”In caso di sentenze favorevoli, procederemo all’azione esecutiva”, ha infatti dichiarato l’avvocato Giuseppe Pio Torcicollo che si occupa della causa dei dipendenti comunali.
Le progressioni sbagliate dal Campidoglio
I fatti, nudi e crudi, sarebbero i seguenti. Ci sarebbero, secondo i dipendenti che hanno fatto ricorso, degli scatti non riconosciuti in busta paga maturati nel 2011, 2012 e 2013. Durante quel periodo tutti i dipendenti comunali, come spiega il legale che li assiste, ”sono rimasti fermi al livello già conseguito nel 2010 a causa di un’errata interpretazione della normativa nazionale.” La norma, a quanto pare, prevedeva il blocco delle progressioni solo sul piano economico, ma non dal punto di vista giuridico. Ma non finisce qui, perché ”nel 2010 sono stati sottoscritti degli accordi, e così nel 2013, che impegnavano il Comune ad effettuare le progressioni con la conseguenza che, finito il blocco economico, i dipendenti avrebbero ottenuto un aumento economico dello stipendio, con decorrenza dal 1 gennaio del 2015.” E invece, l’adeguamento delle buste paga e le progressioni di carriera non sarebbero mai avvenuti. Ora, come anticipato, il caso è finito davanti al giudice Paolo Mormile, come scritto anche da la Repubblica, mentre la prima udienza si è tenuta il 14 settembre scorso. La decisione, invece, arriverà all’inizio dell’anno prossimo, per la sentenza definitiva. Ad ogni modo, il conto si preannuncia più che salato: 9.968.840 euro, secondo le stime fatte dal legale, circa 800 euro all’anno saltati dal Comune.