Voleva solo trascorrere una giornata come tante nel parco con le amiche, non pensava certo di diventare ‘oggetto’ di insulti, minacce. E di botte sempre più violente, calci che l’hanno buttata a terra. Derisa da tutti in quel pomeriggio di inizio aprile che per lei, una ragazzina disabile di 12 anni, si è trasformato in un incubo. Avevamo già raccontato questa terribile storia avvenuta a Roma nel Parco Porro Lambertenghi, al Nuovo Salario, nel III Municipio, ma ora gli investigatori – che hanno analizzato nel dettaglio la brutale aggressione – sono riusciti a stringere il cerchio e a identificare, come responsabili, 7 ragazzini, tutti minorenni. Come spiega il Messaggero, oltre alle 4 baby bulle, si sarebbero aggiunti 3 maschi, tutti tra i 13 e i 14 anni, che quel giorno senza pietà avrebbero picchiato la bimba, facendola finire addirittura in ospedale, dove è stata refertata con una prognosi di 21 giorni e un trauma cranico.
Roma, bimba di 12 anni picchiata nel parco: identificati i baby bulli
Una violenza che non ci sarebbe dovuta essere. Una violenza che è andata ben oltre e che è stata ‘spiattellata’ sui social come se fosse un episodio di cui vantarsi, di cui andare fieri. Il video del pestaggio, infatti, è stato pubblicato sui social: i baby bulli, smartphone alla mano, botta dopo botta non hanno “perso tempo” e hanno ripreso tutto. Forse, per qualche like su Instagram, come se stessero su un ring o stessero giocando. Peccato che si trattava della realtà e la vittima è stata accerchiata e picchiata dai suoi coetanei, da quelle bimbe che hanno riversato tutta la loro rabbia su di lei, che l’hanno presa a pugni e afferrata per i capelli.
Aggressione al parco nel III Municipio: denunciati i bulli
Gli investigatori per quella terribile aggressione hanno identificato 7 ragazzini, tutti con un’età che va dai 13 ai 14 anni, tutti denunciati a fine settembre alla procura dei minori per lesioni volontarie. Ma se il cerchio sembra ‘quasi’ chiuso, in realtà come spiega il quotidiano romano alla bimba disabile sono arrivate altre minacce. Come se non bastasse tutto quello che, indifesa, ha già dovuto subire. Su questo punto, però, si sta continuando a indagare per capire chi siano gli autori.