Il giudice assolve il killer di Luca Sacchi, V.D.G., dopo che la Corte era stata chiamata a esprimersi sulle accuse di violenza in famiglia verso la fidanzata dell’imputato. L’assassino, che nella vita era legato sentimentalmente a una giovane ragazza, era accusato di violenze versa la stessa donne. Botte che non si sarebbero esaurite nemmeno nel periodo di gravidanza, con aggressioni che si sarebbero verificate anche in quel frangente con la compagna incinta.
Il giudice assolve l’assassino di Luca Sacchi: picchiò la fidanzata incinta
Secondo il giudice che ha tenuto l’udienza, i comportamenti dell’uomo sarebbero stati legati a “un rapporto turbolento” con la propria ex fidanzata. Il soggetto, come ben raccontano le cronache nazionali, era già stato condannato per l’uccisione del personal trainer Luca Sacchi. L’episodio legato alla vita sentimentale del killer, ne delineava – ma non per la magistratura – l’essere violento della stessa persona.
Il killer di Luca Sacchi è già in carcere
L’assassino, che oggi ha 25 anni, da Giugno 2023 sta scontando la propria pena per l’omicidio di Luca Sacchi. È stato condannato dalla Corte d’Appello di Roma, che per lui ha inflitto una pena di 27 anni in carcere per l’uccisione del preparatore atletico. Come ricordiamo, lo sportivo venne raggiunto da un proiettile alla testa durante un affare di droga, che lo stesso killer prima trasformò in omicidio e poi in rapina.
Se fosse stato condannato per violenze domestiche
È indubbio che, se fosse stato condannato per le violenze verso la sua compagna incinta (all’epoca dei fatti), la permanenza in carcere del killer sarebbe stata ancora più lunga. Nella logica giuridica, infatti, si sarebbe trovata un’aggravante sulla condotta sociale dell’assassino. Fatti non ricollegabili all’omicidio di Luca Sacchi, ma che ugualmente delineavano la pericolosità di questo soggetto, sia verso l’ambiente esterno ma anche verso i propri familiari più cari, come per esempio la compagna.