Duro affondo di Vittorio Sgarbi al ministro della Cultura, Giuliano Sangennaro. A creare dissidio tra i due “mecenati” istituzionali è il Colosseo e la vicenda del bagarinaggio che per mesi ha costretto il ministero a porre rimedio all’abusivismo di alcuni rivenditori online a Roma. Un fenomeno su cui Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, non nasconde il suo imbarazzo, a costo di scavalcare il ministro. “Porterò l’inchiesta alla magistratura”, ha annunciato ieri in diretta su Le Iene Sgarbi. Il Parco Archeologico del Colosseo, al centro delle polemiche, smentisce che ancora ci siano problemi.
Sgarbi attacca il ministro Sangiuliano sui bagarini al Colosseo: “Bisognerebbe aprire un’inchiesta giudiziaria”
L’occasione per l’ultima “polemichetta” di Sgarbi l’ha offerta ieri, 21 novembre, il programma Le Iene. Nel servizio “Colossopoli”, il sottosegretario alla cultura ha spiegato al conduttore Filippo Roma che il ministero della Cultura dovrebbe intervenire urgentemente sul fenomeno dei bagarini del Colosseo, offrendosi di contribuire alle indagini. “L’idea che qualcuno sia ostaggio di un bagarino che gli vende il biglietto moltiplicato è inaccettabile e si configura come un reato”, ha sostenuto Sgarbi, dichiarandosi indipendente rispetto alla linea di governo. Non solo. “Si dovrebbe passare da un’inchiesta giornalistica a una giudiziaria”, prosegue, proponendo di affidare la gestione della biglietteria direttamente al museo, cioè al Parco archeologico del Colosseo.
Il Parco Archeologico del Colosseo smentisce: “I biglietti sono disponibili e acquistabili online”
Il fenomeno del bagarinaggio al Colosseo è attenzionato dal ministero della Cultura ormai da mesi. A fine settembre il ministro Sangiuliano per mettere fine alle attività dei bagarini e ad altre tipologie di speculazioni sulla vendita dei biglietti, di concerto con la direttrice del parco archeologico, Alfonsina Russo e al direttore generale Musei, Massimo Osanna, sono intervenuti con una serie di provvedimenti. In primis, tutti i biglietti per visitare il Colosseo sono uninominali e nominativi, il che rende più complicata la speculazione sul sistema di prenotazione. Inoltre, per rimodulare la percentuale da destinare ai vari canali di vendita per le visite al Colosseo, il 25% del totale dei biglietti è stato destinato alla piattaforma B2B per tour operator, il 55% alla B2C per i visitatori singoli.
Provvedimenti che, di fatto, smorzano la denuncia di Sgarbi e non sono passati inosservati ai direttori del Parco Archeologico. “Contrariamente a quanto risulta dal resoconto della trasmissione, si fa notare che i biglietti del Colosseo, ormai nominativi, sono ampiamente disponibili fino al prossimo mese in tutte le tipologie previste, come verificabile dal sito ufficiale”, hanno tuonato nelle ultime ore. “Peraltro, come già ampiamente comunicato, il Parco archeologico del Colosseo ha stipulato il contratto con il nuovo gestore della biglietteria che non agirà più in qualità di concessionario ma dipenderà in tutto e per tutto dal Parco stesso con un appalto di servizi”.