“Io stavo a Talenti e questi mi hanno chiesto un euro al market, ma io ho detto ‘Non ce l’ho, ho finito i soldi’. E hanno cominciato a chiedermi il giacchetto”. Inizia così l’incubo di Marco (nome di fantasia), una delle quattro vittime della baby gang che da settimane sta tenendo in ostaggio il III Municipio di Roma. Ne abbiamo parlato per primi su queste pagine: l’aggressione a quattro 13enni, due coppie di studenti della scuola media “IC via Renato Fucini”. I ragazzi erano stati picchiati mercoledì 8 febbraio, intorno alle 18:00, tre giorni dopo l’aggressione a due ragazze di 15 anni, avvenuta il 5 febbraio, a poche decine di metri di distanza.
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I messaggi whatsapp della vittima
“Poi hanno cominciato prendermi a pizze e spintoni”, si sente nel messaggio vocale che Marco invia attraverso Whatsapp al padre e che il genitore fa ascoltare alla Rai. “Mi hanno buttato per terra e mi hanno sputato in faccia”. Mentre parla, il 13enne piange. Il padre del ragazzo, appena riceve il messaggio si precipita davanti al supermercato Carrefour, dove è avvenuta l’aggressione.
Lì il 13enne era già stato raggiunto dalla mamma, che a sua volta è stata aggredita dai bulli. La donna, appena arrivata, aveva chiesto: “Chi ha aggredito mio figlio?” E loro, per far pensare la superiorità della baby gang, per tutta risposta le hanno sputato in faccia e l’hanno spinta a terra, per poi fuggire ridendo.
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L’arrivo del padre e l’inseguimento
Il papà del 13enne, insieme a un amico, parte all’inseguimento dei componenti della baby gang. Ne individua uno e lo segue fino al centro commerciale Porta di Roma. Nel frattempo chiama la polizia, dando le coordinate del suo inseguimento in tempo reale. Gli agenti, senza perdere tempo, inviano una volante. Il papà di Marco e il suo amico riescono a bloccare il bullo, senza neanche toccarlo, e a non farlo fuggire fino all’arrivo della polizia. Gli agenti, vista l’età, chiamano i suoi genitori. E gli danno qualche giorno di tempo per fare il nome dei suoi amici, altrimenti sarà lui l’unico ad addossarsi le colpe dell’aggressione.
Pestate anche due ragazzine
Poco prima, nella stessa strada, erano state picchiate anche due ragazzine, coetanee di Marco e dell’amico che era con lui (anche lui picchiato, anche se in maniera meno grave). Una delle due, presa di mira in modo particolare dalla baby gang, è finita in ospedale. A picchiare due ragazze della banda. Hanno iniziato a tirare i capelli, a dare calci, pugni e schiaffi. Un pugno in faccia a una delle ragazze le ha spaccato gli occhiali, mentre un’altro colpo le ha rotto un dente. Anche per loro la violenza è iniziata chiedendo gli spicci davanti al supermercato di via Ugo Ojetti.
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Ma le aggressioni non finiscono qui: dopo le prime tre, avvenute nel giro di tre giorni, un’altra ancora, il 10 febbraio, passata quasi sotto silenzio. Vittima una ragazzina, aggredita in via dei Prati Fiscali, all’altezza dell’hotel La Pergola. Ad agire, dalla descrizione dei presenti, sempre la stessa banda, formata da maschi e femmine ben vestiti, con cellulari costosi usati per riprendere le gesta compiute dai loro amici. Dopo l’aggressione, i bulli hanno preso a calci una campana del vetro, per ribaltarla, poi hanno cominciato a insultare i passanti e alla fine sono scappati alla vista della polizia. Finora nessuno è riuscito a mettere fine a questo fenomeno e nel quartiere i genitori cominciano ad avere paura a mandare in giro i propri figli. “Da insegnante sto mostrando questi articoli ai miei alunni, cercando di far capire loro quanto siano sbagliati certi atteggiamenti. Discutiamo insieme di quello che accade nel nostro quartiere e di come eventualmente dovrebbero fare per difendersi, ma certo questa non è una bella situazione”, dichiara una residente.