Lo hanno accerchiato in tre, poi si sono aggiunte altre due persone, per rapinarlo mentre stava tirando fuori i soldi per acquistare il biglietto del treno. Ma, appena la vittima, un uomo di 62 anni, ha iniziato a urlare chiamando la polizia per chiedere aiuto, ecco la scena incredibile: anche i ladri, per paura dell’arrivo dei poliziotti, si sono messi a urlare ‘Aiuto, polizia, accorrete’, e hanno indicato nell’uomo il malvivente.
La scena – quasi da film comico, ma tragicamente vera – è avvenuta questa notte a Roma, alle ore 4:45, alla Stazione Termini. Protagonista involontario un 62enne di origine albanese, residente regolare in Italia ormai da anni. A raccontare della disavventura la figlia, che mette in guarda su questa nuova tecnica di furto adottata dai rapinatori.
La rapina… al contrario
Mio padre – racconta Ingrid – era intento a contare i soldi per fare il biglietto per tornare a casa ed è stato avvicinato prima da tre africani e poi da altri due italiani. Queste 5 persone hanno iniziato ad accusarlo di avergli rubato dei soldi“. Ma il 62enne non li aveva mai visti prima e nel suo portafogli aveva solo 15 euro, poco più del necessario per fare il biglietto del treno e pagarsi la colazione.
“Nel giro di qualche secondo – prosegue la figlia – lo hanno accerchiato, per infilargli le mani tutti insieme in modo serrato in tutte le tasche. In questo modo volevano derubarlo di tutto, urlando nel contempo che era lui il ladro”.
Il 62enne, spaventatissimo, ha iniziato a urlare: “Polizia aiuto!”, ma i 5, di rimando, gli hanno fatto eco, gridando ancora più forte.
L’arrivo della polizia
“Ovviamente in una circostanza del genere, soprattutto con italiani in mezzo, chiunque crederebbe ad un gruppo piuttosto che a una persona sola – dichiara Ingrid- E nessuno in quel frangente si è fatto avanti per aiutare mio padre”. L’uomo era terrorizzato e, sperando di trovare qualcuno che potesse aiutarlo, ha provato a fuggire dai suoi aggressori.
“Sono stati minuti infiniti di panico – spiega la figlia – mio padre si è fatto malissimo per scappare. Ha urlato per chiedere aiuto, ed è stato inseguito per un bel po’. A stazione ancora chiusa, ha chiesto aiuto al personale, ma è stato cacciato in malo modo perché non aveva il biglietto: infatti non aveva fatto in tempo a comprarlo, visto che gli avevano rubato i soldi prima che lo acquistasse. Ha chiamato la Polizia e, dopo verifica, è stato giustamente accompagnato ai tornelli per poter prendere il treno. Ma lì è stato di nuovo cacciato dal personale della stazione, perché non aveva il biglietto. È stato quindi obbligato a chiedere di nuovo l’intervento della
Polizia”.
La rabbia della figlia
“Mio padre è stato aggredito, è scappato, è stato rincorso e riavvicinato da delinquenti, ha urlato, anche loro hanno urlato e nessuno è arrivato in suo aiuto. Tutto ciò non è durato 30 secondi ma minuti infiniti, e non in chissà che cunicolo, ma all’entrata della stazione, dove ci sono le linee degli autobus e dove stazionano i taxi. Come è possibile che in un posto aperto del genere non sia passato nessuno per tutto quel tempo e come è possibile che non sia abbastanza vigilato? Ha chiamato lui il 112, una volta in “salvo”, ad altezza del binario 11, per avere aiuto. Era disperato perché voleva trovare un modo per tornare a casa, era questa la cosa che gli premeva di più! L’intervento della polizia è stato abbastanza veloce dopo la chiamata e gli agenti sono stati disponibilissimi, ma non si può permettere cosi tanta libertà ai delinquenti di zona.
Mio padre poteva essere ucciso, poteva infartare dallo spavento, poteva esserci una donna che poteva subire anche altro, poteva succedere una tragedia! Siamo una famiglia albanese, non c’è nessun “razzismo” dietro a questa rapina. Spero che conoscere questa nostra testimonianza possa essere d’aiuto sia per le vittime che per le forze dell’ordine e porti alla luce questa allucinante nuova tecnica di aggressione e furto. Ripeto, al posto di mio padre poteva esserci chiunque”.
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