“Invito il ministro Carlo Nordio ad attivare, da subito, un tavolo permanente sulle criticità delle carceri, che vedono ogni giorno la polizia penitenziaria farsi carico di problematiche che vanno oltre i propri compiti istituzionali, spesso abbandonata a sé stessa dal suo stesso ruolo apicale. La seconda detenuta che si è tolta la vita, per esempio, era arrivata a Torino da Pontedecimo anche perché aveva aggredito il personale per due volte. Una di queste azioni a seguito di sventato suicidio da parte della polizia penitenziaria”. Lo ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, a margine della visita del Guardasigilli sabato 12 agosto 2023 al carcere di Torino. E’ quanto ha riportato l’agenzia di stampa Ansa.
Detenuto aggredisce poliziotto a Regina Coeli e gli spacca la mandibola
Ennesima aggressione a un agente nel carcere di Regina Coeli
Il tutto è arrivato dopo l’ennesima aggressione avvenuta all’interno di un carcere. Stavolta, a quanto si apprende, un agente della polizia penitenziara del carcere di Regina Coeli sarebbe stato preso a bastonate da un detenuto. “Era da solo (come sempre) e ha preso una bastonata da un detenuto psichiatrico per proteggere l’infermiera che stava passando la terapia. È dovuto andare al Pronto soccorso, che gli ha dato sette giorni di prognosi”, ha detto il segretario per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Maurizio Somma.
Il commento di Donato Capece
“Abbiamo sempre detto – ha aggiunto Capece – che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l’ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni”. Per Capece “serve un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie: è necessario prevedere un nuovo modello custodiale”. “Rinnoviamo – conclude – l’invito a incontrare il Sappe per affrontare i temi della gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione degli istituti, della riforma della media sicurezza”.