Le sbarre non lo hanno fermato. Anche dal carcere di Regina Coeli ha continuato a contattare gli adolescenti che aveva molestato quando era in libertà, mandando loro mail. Una corrispondenza malata quella tra un educatore di 46 anni e quattro minori. L’uomo si trova nel penitenziario romano da giugno con l’accusa di aver molestato sessualmente dei 16enni mentre lavorava per l’associazione Iqbal Masiq, all’Appio Tuscolano. Una condanna che, però, non lo ha fatto desistere dal continuare a cercarli.
Quattro minori abusati da un educatore: respinta la richiesta dei domiciliari
Dalla tastiera di Regina Coeli, A.A. mantiene un filo diretto con alcuni dei ragazzi per cui è stato condannato alla prigione. In questi mesi ha provato a contattarne quattro, con due di loro avrebbe avuto dei rapporti intimi mentre collaborava come educatore per l’associazione Iqbal Masiq a Roma. Il legale di A.A. avrebbe persino cercato di ottenere gli arresti domiciliari per il 46enne, ma il gip ha respinto la richiesta vista la condotta recidiva del soggetto.
Uno dei minori contattati ha deciso però dopo le continue insistenze dell’uomo, di riferire tutto ai genitori. Da lì padre e madre del 16enne si sono messi in contatto con gli investigatori, che hanno scoperto una fitta rete di corrispondenze con tanti altri adolescenti che frequentavano la onlus.
Minori molestati da un 46enne: li convinceva a superare il disagio giovanile facendo sesso con lui
L’educatore, laureato in Scienze della formazione e dell’educazione all’Università salesiana, sarebbe riuscito a soggiogare e manipolare numerosi ragazzi. Uno, in particolare, ascoltato dagli inquirenti, avrebbe ammesso di aver tratto sollievo dalla comunicazione con l’uomo, definendolo una brava persona.
Un legame morboso che il 46enne avrebbe avuto con tanti altri ragazzi: molti di loro, in questi mesi, gli avrebbero fatto visita a Regina Coeli per dargli sostegno. Quanto al penitenziario, purtroppo, la struttura ha spiegato che nonostante la condanna è impossibilitata a bloccare la corrispondenza privata di un indagato. A.A., da dietro le sbarre, potrà continuare a scrivere alle sue vittime.