Lo ha chiuso nel laboratorio, costringendolo ad avere rapporti sessuali. Non sono bastati i “no” e le preghiere dell’assistente 18enne a placare la violenza sessuale di un pasticciere di Roma. L’uomo, titolare di un locale in zona Cinecittà, ha tentato di abusare del garzone approfittando di una scusa e del fatto che non ci fosse nessuno, per poi forzarlo a intrattenere rapporti.
A distanza 8 anni, il Tribunale di piazzale Clodio ha condannato l’aggressore ieri, 16 novembre 2023, al carcere e a un risarcimento in denaro, che comunque non colma lo shock subito dal ragazzo al momento dei fatti. Come raccontato dal Messaggero, la gravità del gesto fu tale che paralizzò la vittima mentre subita violenza.
Pasticciere violenta un 18enne: “Non faccio sesso con chiunque”
I fatti risalgono all’8 dicembre 2015. Sotto Natale, Francesco lavora in una pasticciera di Cinecittà e il suo titolare in un momento di difficoltà, gli chiede una mano a portare dei pacchi nel laboratorio. In quel momento approfitta di lui, gli salta addosso e Francesco, per lo shock, non riesce a scansarlo. Impietrito, lo prega comunque di smettere e sarà solo una circostanza fortuita, l’ingresso di un cliente nel locale, a farlo desistere. Poche ore dopo il titolare, un uomo di 50anni, cercherà di scusarsi con un sms. “Non faccio sesso con chiunque”, sarà la giustificazione del pasticciere.
Cinquantenne violenta il dipendente: condannato a 10mila euro e a 6 anni di carcere
La prima sezione del Tribunale ha stabilito che, a fronte delle violenze perpetrate e del racconto lucido del ragazzo, il pasticciere 50enne dovrà risarcire alla vittima 10.000 euro. La condanna, però, prevede anche 6 anni di carcere.
Il 18enne infatti, lo stesso giorno in cui subì violenza, l’8 dicembre 2015, si recò immediatamente presso la stazione dei carabinieri di Roma – Cinecittà per sporgere querela e durante la prima udienza, il 19 ottobre del 2021, riuscì a ripercorrere quei momenti con una descrizione precisa che non ha lasciato dubbi ai giudici su come fossero andate realmente le cose. Tra i dettagli, la vittima riportò in aula violenze di diverso genere, talmente gravi, si legge sul Messaggero, che “non possono essere descritte per la gravità dei fatti”.