Roma. Una violenza gratuita e spregiudicata, nei confronti di chi è più debole e fragile. Un pestaggio in piena regola, che si fatica ad interpretare: cosa può mai spingere un gruppo di ragazzi a prendersela con una ragazzina dodicenne disabile? Quale pensieri si innescano e quali dinamiche possono mai portare ad un’azione del genere? Poi, come se non bastasse, anche le riprese con il cellulare durante le botte. Video pubblicati immediatamente anche sui social, come per vantarsi del gesto appena compiuto.
Il pestaggio violento a Roma: interviene anche Sergio Mattarella
Il fatto aveva comportato direttamente l’apertura di un’inchiesta penale, a cui è seguito anche l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Niente, però, sembra esser bastato. Dopo tutto ciò, la piccola 12enne è stata nuovamente presa di mira e aggredita. La circostanza ha ha spinto la famiglia a presentare un’integrazione di querela e la Procura dei minorenni ad aprire un altro fascicolo d’indagine. Dopo questi gesti, la piccola ora ha paura ad uscire di casa, soprattutto da sola. Anche solo per fare pochi passi all’aria aperta.
Branco aggredisce ragazza 12enne disabile
Intanto, la legge ha iniziato a fare il suo corso. Per quanto riguarda il pestaggio, quello avvenuto lo scorso 2 aprile, filmato e pubblicato da uno degli aggressori, ora i magistrati hanno formulato una richiesta di rinvio a giudizio a carico di due ragazze di 16 anni e di uno di 15. Ma non sarebbero gli unici: a quanto pare anche altri tre ragazzi (due ragazze e un ragazzo) avrebbero partecipato al branco, picchiando la povera ragazzina. Le lesioni riportate dalla giovane vittima non erano da poco: 36 giorni di prognosi per la completa guarigione.
Un post ”non gradito” e un like di troppo su Instagram
Le indagini condotte sul caso, nel tentativo di comprendere le dinamiche e le cause che possono aver portato ad un’azione così violenta da parte della ”baby gang” ha trovato probabilmente un filo rosso da poter seguire. Infatti, ora, gli inquirenti contestano ai responsabili anche l’aggravante di avere agito per motivi abbietti e futili. A quanto pare, a scatenare la furia del branco, così come denunciato dalla madre stessa della ragazzina, sarebbe stato un like di troppo messo su Instagram. I fatti risalgono al 2 aprile dello scorso anno.
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Accerchiata dal branco: tra loro anche due minorenni
I fatti di cui vi stiamo raccontando, si sono verificati in un parchetto a Roma nord. La piccola 12enne indifesa era stata dapprima strattonata, poi colpita direttamente al volto dal branco aggressore. Attaccata da più parti, tirata per i capelli e poi spinta verso il basso. La piccola, a quel punto, era a terra inerme, ma gli aggressori non ne avevano avuto abbastanza. Un’altra ragazzina, che sino ad allora non aveva preso parte all’aggressione, si scaglia contro di lei, la immobilizza e la picchia con pugni violentissimi. Intanto, un coetaneo sta riprendendo tutto con il cellulare. Lo schermo, forse anestetizza le violente impressioni di quella giornata. Infine, altri minorenni si uniscono al banchetto di violenza, e ancora calci, pugni. E il pestaggio continua: la piccola indifesa è accerchiata.
La dinamica dell’aggressione: graffi, lividi e lesioni su tutto il corpo
Come riporta anche Il Messaggero, l’aggressione è andata avanti per molto tempo, con una diretta Instagram che sembrava infinita a chi la stava seguendo in quel momento. Le ragazze che hanno partecipato all’aggressione non si sono fermate subito, anzi, hanno continuato ad infierire vantandosi del fatto: «Guarda le bombe che le ho dato», dice una di loro durante la diretta. La vittima è ridotta male, ha la maglietta strappata, è gonfia, graffi e lividi ovunque. Fissa il vuoto e non sa più cosa stia accadendo. Poi, alla fine di quell’inferno finisce al pronto soccorso. Diverse lesioni su tutto il corpo, 36 giorni di prognosi in totale, ma le ferite più profonde, più difficili da rimuovere sono quelle psicologiche che non faranno altro che aumentare la sua fragilità, quella di cui si sono approfittati i bulli. La paura, è la ferita più grande che si possa lasciare nell’animo di un essere umano.