Nuovamente casi di violenza all’interno delle carceri laziali. Come espongono i sindacati di categoria all’interno della Polizia Penitenziaria, ci è un’oggettiva difficoltà a gestire i detenuti per problemi strutturali legati alle case circondariali. L’ultimo fatto, come riporta l’USPP, parla addirittura di persone recluse in carcere che innescano rivolte contro gli agenti penitenziari, armati di lame rudimentali e scope.
I sindacati della Polizia Penitenziaria lanciano l’allarme sulle carceri del Lazio
In una lunga lettera, l’USPP scrive: “Dobbiamo nuovamente segnalare la gravità in cui versa il Carcere di Viterbo, già rappresentata in più occasioni attraverso anche comunicati stampa che non trova alcuna soluzione da parte dell’amministrazione penitenziaria”.
Prosegue il sindacato: “Ieri pomeriggio si è avuta l’ennesima rissa, sembrerebbe armati di manici di scopa e lame rudimentali tra detenuti al terzo piano sezione A che ha scaturito la necessità di urgente chiusura delle stanze per contenere i facinorosi, e far visitare i feriti dalla colluttazione”.
“Detenuti passano la notte fuori dalla loro cella per atto di ribellione”
Continua la lettera che ci parla del carcere di Viterbo: “Sembrerebbe che addirittura nella notte, per non aver voluto rientrare nelle loro stanze all’orario di chiusura prevista per le 19.00, i detenuti hanno voluto passare la notte nella saletta della socialità in comune“.
Ancora: “La settimana scorsa stesso piano e sezione, un agente è stato aggredito alle spalle con schiaffi ripetuti sulla testa senza alcun motivo se non aver sollecitato la chiusura dei detenuti per effettuare la conta della sezione, l’agente che per mancanza di personale aveva già provveduto alla chiusura dell’altra sezione dello stesso piano. Altri casi simili nelle precedenti settimane, addirittura, a quanto sembra, che un neo agente assunto si è licenziato per la grave situazione a cui si sia trovato”.
“Il reparto D1 quello più difficile da gestire per i casi di violenza”
Lo scritto continua: “Il reparto D1 dove stanno accadendo troppi fatti violenti oggi ospita circa 300 detenuti, rispetto ai 620 detenuti presenti di varie nazionalità estere, un reparto isolamento con circa 25 detenuti al massimo della capienza, per impossibilità di locazione nelle sezioni comuni al fine di preservare anche la loro incolumità fisica”.
Prosegue: “Un Istituto che può contenere al massimo 400 detenuti, già presenti i circa 50 detenuti al regime 41bis, con un organico di Polizia Penitenziaria previsto di 348 ma carente di almeno 100 unità oltre circa una 30 assenti a lungo termine, la possibilità di una tragedia e dietro l’angolo”.
“Serve intervenire con urgenza”
L’USPP continua a scrivere: “Non possiamo che richiamare l’attenzione massima il Provveditore regionale, le autorità che leggono per conoscenza affinché affrontino con urgenza non più rinviabile questa situazione, intervenendo a sostegno della Direzione, del Comando di Reparto e del Personale di Polizia Penitenziaria del carcere, dove pur cercando di trovare soluzioni interne oramai azzerate nella fattibilità dei numeri impietosi, il rischio concreto di sopraffazione dei detenuti nei confronti della sicurezza e reale”.
“La Polizia penitenziaria non riesce più a contenere la situazione”
Conclude la lettera:”Il Personale di Polizia Penitenziaria rimasto non riesce più a contenere questa situazione, lamenta anche problemi di scoramento su quanto rappresentiamo, chiedono aiuto per rischio concreto dell’aggravarsi di una situazione non più sostenibile. In attesa di avere un riscontro immediato, USPP Lazio già in Stato di Agitazione attiverà le procedure per una contestazione pubblica dinanzi alla Prefettura, la quale chiediamo sostegno a favore della Polizia Penitenziaria di Mammagialla”.