Paura rissa all’interno del carcere di Regina Coeli, a Roma. Probabilmente due fazioni interne alla casa circondariale romana, hanno deciso di regolare i propri “conti in sospeso” durante la Messa della domenica nel locale penitenziario. Mentre il prete faceva l’omelia, una pioggia di sedie e pugni coinvolgevano i detenuti del carcere, in una mega scazzottata che avrebbe interessato almeno 60 detenuti.
Rissa a Regina Coeli, ferite le guardie carcerarie
L’episodio segnala, come ripreso nuovamente dal nostro giornale, le condizioni critiche delle strutture carcerarie nel Lazio. Se calcoliamo gli episodi sviluppatisi dall’inizio del 2023 nelle carceri laziali, questo risulta essere l’avvenimento più grave. Lo testimoniano anche le conseguenze riportate dagli agenti penitenziari in servizio, rimasti feriti per sedare la violenta rissa e riportare i detenuti nelle loro celle. Il bilancio, alla fine della scazzottata, è di 10 operatori feriti e che hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.
L’allarme del sindacato USPP, interno alla Polizia Penitenziaria
Mentre sulla rissa proseguono le indagini, per il sindacato USPP (interno alla Polizia Penitenziaria) si è “svolto l’ennesimo episodio grave in un carcere italiano”. Come raccontano sulle pagine di Repubblica Roma, “la gigantesca rissa ha realmente messo in pericolo la sicurezza dei singoli agenti intervenuti a mantenere l’ordine all’interno della casa circondariale romana”.
Le testimonianze degli agenti penitenziari
Chi ha prestato servizio durante lo svolgimento della Messa a Regina Coeli, racconta di quegli istanti di follia nella cappella del carcere: “Durante la messa domenicale a Regina Coeli 60 detenuti sono venuti alle mani tra di loro tirandosi sedie e colpendosi con altri oggetti e dieci agenti contusi che erano predisposti per la loro vigilanza“.
Le criticità all’interno del carcere di Regina Coeli
Prosegue il comunicato stampa del sindacato USPP: “Non è dato sapere i motivi, sicuramente la situazione è sempre più bollente e probabilmente questo gravissimo atto è la dimostrazione che non si può più rimandare un giro di vite da parte degli organismi preposti in tal senso. Attualmente a Regina Coeli si contano anche 12 detenuti sottoposti a sorveglianza a vista su circa 1000 presenze a fronte di un organico in forza di circa 360 unità”.