Roma. I rifiuti sono un problema insormontabile nella Capitale. E ogni volta, il conto da pagare arriva preciso, puntuale e, soprattutto, maggiorato.
Ama ha bisogno di 5 milioni in più per smaltire i rifiuti
Di fatto, l’ultima crisi dei rifiuti ha di recente presentato il conto all’azienda Ama: solamente nell’arco temporale del secondo trimestre del 2022 la municipalizzata spenderà tra i 5 e i 6 milioni in più di euro per mandare l’immondizia della Capitale fuori Roma, come riportato anche da il Messaggero. Negli uffici di via Calderon della Barca sono queste le cifre stimante, ma potrebbero anche essere soggette a lievitazione.
Qualcosa in più – circa il 3% – rispetto ai consueti 200 milioni circa che Ama impegna ogni anno per spedire in giro per l’Italia e l’Europa i materiali. E questo perché gli impianti di smaltimento (Tmb, compostiere, biodigestori e discariche) sono sempre di meno sul territorio, e nella migliore delle ipotesi dislocati.
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Aumenti della spesa, aumenti in bolletta
La percentuale maggiorata non è da poco per almeno due motivazioni: 1) sono soldi pubblici che potrebbero essere impiegati diversamente – i rifiuti non sono l’unico problema – e 2) l’aumento, come avverte la stessa Ama, potrebbe far saltare gli equilibri sulla Tari e costringere l’amministrazione ad alzare la tassa sui rifiuti. Più tasse, per farla breve, per un servizio stentato, che non è di certo il massimo dell’efficienza.
La situazione sul territorio: ”Situazione critica”
C’è al momento un’unica discarica a disposizione, quella che si trova ad Albano Laziale, e un Tmb in meno (la seconda linea di Malagrotta). Con questa situazione Ama fa sempre più fatica a trovare sbocchi dove lavorare i propri rifiuti. Queste le parole che provengono direttamente dall’ultima semestrale della municipalizzata: ”In particolare dopo la chiusura della discarica di Roncigliano, nella frazione di Cecchina di Albano Laziale avvenuta l’11 marzo 2022 e il successivo incendio in data 15 giugno della linea 2 dell’impianto di E.Giovi che trattava 900 t/g, lo stato di criticità nella gestione dei rifiuti di Roma e Provincia è notevolmente aumentato, sia per quanto riguarda i quantitativi da gestire sia relativamente alla logistica e alle percorrenze dei mezzi che effettuano la raccolta con un aggravio di costi correlati a maggiori percorrenze e tariffe di conferimento più elevate”.
I conti non tornato e le bollette aumentano
Ma non è di certo finita qui. In effetti, alzando leggermente la testa dal cumulo di rifiuti e dalle relative problematiche, si capisce chiaramente che a questi cinque milioni di euro di aumento, potrebbero esserne aggiunti altrettanti legati all’aumento del costo del gas, della benzina e dell’elettricità.
La Tari a rischio
Ancora una volta, tutto ciò, oltre a mettere a serio rischio i conti di Ama, potrebbe contribuire ad innalzare ulteriormente la Tari. Ricordiamo, infatti, che la Tari viene quantificata partendo dalla spesa a carico delle municipalizzate per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti registrata nei due anni precedenti.