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Rifiuti a Roma: mentre tutti litigano per il termovalorizzatore, ecco come vanno in fumo 30 milioni di euro l’anno

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Cassonetti pieni di rifiuti in strada a Roma

La notizia del termovalorizzatore, proprio quello che Roberto Gualtieri in campagna elettorale aveva detto di non voler creare, ha lasciato tutti senza parole e ha spaccato la maggioranza. Tra chi ha accolto con entusiasmo la scelta e chi, invece, ha puntato il dito contro l’amministrazione capitolina. Ma mentre tutti discutono, litigano e cercano di trovare accordi (per quanto possibile), l’emergenza rifiuti a Roma resta. E lo sanno bene i romani che ogni giorno devono fare i conti con strade stracolme di spazzatura, cassonetti che strabordano, dalle periferie al centro di quella che è la Capitale d’Italia. Ma non tutti sanno, forse, che un modo per risparmiare ci sarebbe. E non certo pochi centesimi o cifre irrisorie: ma ben 30 milioni di euro l’anno

Emergenza rifiuti a Roma…in attesa del termovalorizzatore

Per l’amministrazione la città è pulita, un po’ meglio rispetto a come l’aveva lasciata Virginia Raggi. Per i cittadini, però, la storia è sempre la stessa. E sembrerebbe esserne convinto, in parte, anche il nuovo sindaco Roberto Gualtieri, che ha sì elogiato i primi risultati, ma che in conferenza sul piano industriale Ama ha detto a gran voce che gli obiettivi prefissi sono ancora lontani. Da qui, quindi, la decisione di creare, il prima possibile, un termovalorizzatore, molto probabilmente a Santa Palomba, ai confini con Pomezia e i Castelli Romani. Decisione che ha spiazzato tutti, soprattutto i cittadini di quelle zone, già esausti dalle ‘battaglie’ per la discarica e l’inceneritore di Roncigliano.

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Ma mentre le ipotesi sulla localizzazione del nuovo impianto si fanno strada e per il momento nulla è ancora certo, una certezza c’è: l’emergenza rifiuti esiste. Ed è, purtroppo, sempre più reale. Rifiuti che la Capitale, in parte, porta al Tmb di Aprilia, mentre la maggioranza va fuori Regione. Con conseguente aggravio dei costi. Roma produce al giorno circa 800 tonnellate di rifiuti e per ognuna che non resta nel Lazio bisogna pagare 100 euro in più, quindi al giorno si spendono circa 80 mila euro di supplemento. Dalle tasche dei cittadini, dai romani, quindi, vanno via 30 milioni di euro. Ecco giustificata la Tari tra le più alte d’Italia a fronte di un servizio di certo non eccelso. Trenta milioni di euro che, in realtà, si potrebbero risparmiare. Certo, tutto resta sotto forma condizionale perché nei fatti Roma non è certo una città pulita, quelle sul termovalorizzatore restano ipotesi e i tempi per un’eventuale creazione non sono certo così rapidi. Mentre, rapidamente, continueranno ad accumularsi i rifiuti. E i soldi che continuano ad andare via. 

Perché non risparmiare e continuare a portare i rifiuti fuori Regione?

Il Comune di Roma con la Rida Ambiente di Aprilia ha fatto un accordo: l’impianto, il più grande del Lazio, al momento riceve dalla Capitale 350 tonnellate di rifiuti al giorno. Questo dal 1 gennaio e fino al 31 dicembre del 2022. Eppure, la disponibilità di Aprilia a ricevere l’indifferenziata di Roma sarebbe di molto maggiore, eppure i rifiuti prendono altre strade, valicando la regione e facendo così lievitare i costi. Quindi la domanda sorge spontanea: perché? Perché continuare a far spendere i soldi quando, restando nel Lazio, in un impianto all’interno della Regione, i romani potrebbero risparmiare circa 30 milioni di euro l’anno, in attesa di una soluzione definitiva? Perché non fare qualcosa mentre si decide in merito al termovalorizzatore, tanto elogiato come unica soluzione? Ci sono altre ‘vie di uscita’? E se sì, perché non vengono percorse? Tutto questo non è un danno per i cittadini, quelli perbene e onesti che vorrebbero solo vivere in una città pulita? La soluzione non è di certo fare slalom tra i rifiuti. Come, purtroppo, accade in una normalità che di normale non ha quasi più nulla. 

 

 

 

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