26 aprile. Non si fa altro che parlare di questa data da quando il premier Draghi in conferenza stampa ha annunciato che da lunedì prossimo alcuni territori potranno ritornare alla “normalità”. Nelle Regioni/Province Autonome dove si può, dove i contagi sono in calo e tutti i parametri sotto la soglia di rischio, riaprono i ristoranti (a pranzo e a cena con tavoli all’aperto), i cinema, i teatri, i musei e le scuole. Sì, perché in zona gialla e arancione da lunedì 26 aprile tutti gli studenti (anche quelli delle classi superiori) ritorneranno tra i banchi, lasciandosi alle spalle la didattica a distanza. Ma resta ora da capire come sarà il rientro a scuola, tra test salivari e ingressi scaglionati. Da sbrigliare anche il nodo fondamentale che riguarda i mezzi di trasporto.
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Riapertura scuole 26 aprile: cosa cambia da lunedì in zona gialla e arancione
Per il Governo la riapertura delle scuole resta una priorità e sembra non voler indietreggiare sulla scelta del rientro in presenza. Per alcuni governatori delle Regioni, però, questa sembrerebbe un’idea forse azzardata e tanti sono i dubbi. Oggi alle 17 ci sarà un confronto tra Regioni e Governo e si discuterà proprio di questo punto, per capire quali sono le regole per una ripartenza in sicurezza.
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Intanto, si sta cercando di lavorare per potenziare i mezzi di trasporto. Ma non solo. Allo studio anche i tracciamenti e gli ingressi scaglionati per scongiurare gli assembramenti. Come spiegano alcuni beninformati all’Adnkronos, tra le ipotesi c’è quella di fare lezione all’aperto, nei musei o nei parchi attrezzati.
Riapertura scuole 26 aprile: test salivari
Come spiega La Stampa, ci sono diverse soluzioni sul tavolo del Governo affinché il rientro tra i banchi venga fatto in sicurezza, per non vanificare gli sforzi fatti finora. Tra le ipotesi: i test salivari fai-da-te con un kit da inviare a casa, ingressi scaglionati e orari più lunghi per evitare assembramenti con un potenziamento dei mezzi di trasporto; tenere le finestre aperte in classe perché c’è bisogno di una giusta ventilazione o fare lezioni outdoor. Si parla anche di vaccinare i minorenni per far sì che il ritorno a scuola sia fatto in sicurezza.
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Il rientro tra i banchi preoccupa gli esperti, ma non per la scuola in sé quanto per i mezzi di trasporto e gli affollamenti. “Non tanto i piccolini, ma gli adolescenti e la fascia giovanile sono colpiti dalla variante inglese in modo più ampio e con forme asintomatiche, quindi difficili da individuare senza uno screening. Ritornare a scuola rappresenta sicuramente un’esigenza. Lo si vuole, lo si desidera ed è necessario per certi versi. Lo vedo anche all’università, nei corsi che faccio in differita: l’efficacia è sicuramente inferiore almeno per una parte dell’insegnamento, per la discussione, per l’interazione. Ma mentre un protocollo all’interno della scuola, se ben seguito, minimizza i dati e alcuni studi ce lo dicono, tutto ciò che è la mobilità intorno spaventa perché alla fine sono quelli i luoghi di maggior affollamento e di maggior rischio” – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco ai microfoni della trasmissione Agorà su Rai 3.