Rebibbia. Durante la perquisizione della sua auto, che era parcheggiata nel perimetro della casa circondariale di Rebibbia, gli agenti della penitenziaria hanno rinvenuto una busta contenente al suo interno 23 grammi di cocaina. Erano andati sul sicuro, perché sapevano dove cercare. Erano ben informati. Infatti, un detenuto aveva raccontato tutto, pochi giorni prima: A. S., 57 anni, odontotecnico della Asl in servizio nell’ambulatorio allestito all’interno del carcere, durante il turno di lavoro, non si limitava al suo lavoro principale, ma aveva anche un part-time: vendeva ai reclusi dosi di sostanze stupefacenti.
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Le perquisizioni nel suo appartamento: i registri delle vendite?
Ma la perquisizione non si era limitata all’auto, gli inquirenti hanno ispezionato anche la sua casa e hanno sequestrato computer, tablet, documenti e cellulari. All’interno dell’appartamento, gli agenti hanno sequestrato computer, tablet, documenti e cellulari. Inoltre, sempre all’interno dell’immobile, c’erano dei foglietti con una serie di nominativi con accanto delle cifre. Secondo chi indaga, potrebbero trattarsi degli elenchi-agenda dei pagamenti relativi agli stupefacenti.
Probabili prestazioni mediche abusive
E, poi, ci sarebbe anche un secondo fronte della vicenda, che gli inquirenti stanno cercando di verificare. Molto probabile, secondo le indagini, che 57enne possa avere eseguito anche prestazioni mediche abusive, tre le quali interventi dentistici, senza avere alcuna abilitazione in merito. Prestazioni avvenute, secondo le ipotesi, sia all’interno che all’esterno del carcere. Insomma, un bel cumulo di illegalità a suo carico, ma queste ultime devono ancora essere verificate.
La lettera dai detenuti di Rebibbia e la scoperta della cocaina in auto
Il tutto era partito qualche settimana fa, a metà dicembre: uno dei detenuti del carcere di Rebibbia aveva fatto recapitare alla polizia penitenziaria una lettera nella quale raccontava del giro di droga all’interno della casa circondariale. All’interno di quella lettera si sottolineava che il tutto partiva dall’ambulatorio dentistico. Dopo alcune verifiche, a pochi giorni dal Natale, il 22 dicembre scorso, gli inquirenti decidevano di partire con la perquisizione. E l’esito, come anticipato, è stato positivo. Infatti, all’interno dell’auto dell’indagato era stata ritrovata una bustina contenente della coca. Il soggetto, dunque, è stato quindi indagato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, aggravata dall’aver conservato droghe all’interno del carcere; di fatto, l’auto era parcheggiata all’interno del cortile della struttura penitenziaria. Poi, ad insospettire gli inquirenti, anche i fogli con nomi e cifre. Ora, le indagini proseguono, e i prossimi giorni saranno cruciali. In questi giorni verranno analizzati anche i dispositivi elettronici che sono stati sequestrati all’interno dell’appartamento alla ricerca di qualche traccia.