Svolta nelle indagini riguardanti il 16enne trovato in una pozza di sangue davanti alla porta dell’Ospedale Gemelli. I militari, infatti, sono riusciti a rintracciare i tre complici con il quale il giovane aveva commesso una tentata rapina a Monterotondo. Proprio la rapina gli era costato il ferimento a seguito di alcuni colpi sparati dal proprietario di casa.
La svolta
I militari sono riusciti ad individuare e rintracciare le tre persone al termine di un’articolata attività di indagine, svolta sotto la costante direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica titolare del procedimento: analisi di tabulati di traffico telefonico, “pattugliamento” dell’area sud di Roma, immagini del sistema di videosorveglianza del Policlinico “A. Gemelli” di Roma, ove le tre persone hanno lasciato il complice ferito prima di darsi alla fuga.
Nelle indagini è stato di particolare aiuto l’immediato ritrovamento, da parte dei Carabinieri, in zona Borghesiana, della Fiat Tipo SW con cui i 4 si erano allontanati da Monterotondo, dopo che il delitto non era andato a buon fine a seguito della reazione a mano armato del proprietario dell’abitazione, il quale, scoperti i ladri nel salone, aveva esploso alcuni colpi di pistola, di cui uno aveva attinto P.E.
Nella circostanza, i Carabinieri, avendo raccolto precisi indizi di responsabilità in merito all’evento della sera del 26 aprile, bloccavano in località Morena di Ciampino un cittadino romeno 34enne M. V. (che risulta avere riportato numerose condanne irrevocabili per reati contro il patrimonio, nonché ricercato per il reato di evasione dagli arresti domiciliari dallo scorso giugno) ritenuto colui che guidava la Fiat Tipo SW e un 19enne, cittadino serbo (nato in Italia) RZ (con precedenti specifici anche in corso di accertamento), intenti entrambi a noleggiare un’autovettura al fine di allontanarsi da Roma.
Successivamente grazie agli elementi investigativi raccolti, i Carabinieri rintracciavano in località Borghesiana anche il quarto indagato N. R., un 16enne con numerosi precedenti specifici.
I tre fermati, interrogati dal Pubblico Ministero della Procura di Tivoli, titolare delle indagini, ammettevano di essere gli autori del tentato furto.
I due maggiorenni venivano condotti nel carcere di Roma Rebibbia, con udienza di convalida del GIP del Tribunale di Tivoli fissata alle ore 10 di oggi, mentre il minore veniva accompagnato presso il centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli di Roma a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Roma.
Il Gip del Tribunale di Tivoli, all’esito dell’udienza di convalida, che ha visto i due fermati confermare la loro responsabilità in ordine al tentato furto, ha disposto la convalida del fermo e la custodia in carcere per entrambi gli indagati per pressanti esigenze cautelari.
Sono in corso le indagini, con gli approfondimenti medici e tecnici/balistici (questi ultimi che saranno forniti a breve dal RIS di Roma), per accertare l’esatta dinamica degli eventi occorsi all’interno dell’abitazione, ove la vittima del furto P.A. ha esploso non meno di cinque colpi L’iscrizione nel Registro degli indagati di P.A., per eccesso colposo di legittima difesa, costituisce conseguenza del ferimento di uno degli autori del tentato furto, sia sulla base della legge oggi vigente sia, della legge 26 aprile 2019 n. 36, pubblicata sulla G.U. del 3 maggio 2019, che entrerà in vigore il 17 maggio 2019. Le indagini devono verificare la sussistenza dei presupposti della legittima difesa e/o dell’eventuale eccesso colposo e saranno completate nel più breve tempo possibile.