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Psicosi Vespa Orientalis a Roma: donna punta sul bus bloccata per giorni

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Nido di Vespa Orientalis a Lunghezza

È psicosi Vespa Orientalis a Roma, con gli ultimi avvistamenti avvenuti nel quadrante di Lunghezza e a via delle Medaglie d’Oro. Da una parte un vespaio gigante all’interno di un appartamento, con uno sciame di quasi mille vespe che si era impossessato di un gabinetto. Dall’altra una signora punta dal famoso insetto, con la puntura che gli ha fatto allergia e bloccata a letto per diversi giorni. 

Emergenza Vespa Orientalis a Roma: le persone hanno paura

Nonostante dell’insetto di parli dal 2022, oggi la situazione a Roma sembra fuori controllo con questa specie animale. Questa tipologia di vespe sta facendo i propri nidi in ogni anfratto capitolino, arrivando a colonizzare addirittura interi locali domestici. Una situazione che preoccupa, oltre i romani, anche i più esperti etologi sulla materia, che sempre più spesso si trovano ad affrontare immensi sciami di questo particolare insetto. 

Nido di vespa rimosso
Nido di vespa rimosso

La donna punta sull’autobus ATAC da una Vespa Orientalis

La donna, sulle pagine de Il Corriere della Sera, racconta lo sfortunato incontro. Si trovava sull’autobus del “409” ATAC, quando all’altezza di via delle Medaglie d’Oro incrocia una Vespa Orientalis. L’animale, per difendersi dagli umani e i predatori, è aggressivo, tanto punge subito la donna. Una puntura quasi letale quella dell’insetto, che si trovava appoggiato a un sedile del bus, che comporterà alla signora 50enne un attacco allergico e conseguente stop a letto per diversi giorni. Come racconterà lei, “la puntura non gli ha permesso di reggersi in piedi per diverse giornate”. 

Il maxi favo di Vespa Orientalis a Lunghezza

Un altro episodio di avvistamento di Vespa Orientalis è avvenuto a Lunghezza, dove uno sciame aveva nidificato all’interno di una guarnizione della finestra di un bagno. Gli insetti presenti, almeno 700 secondo l’etologo Andrea Lunerti sulle pagine de Il Messaggero, erano diventate aggressive coi proprietari dello stabile, non facendoli accedere più al bagno domestico dove avevano creato il proprio nido. 

Foto: Andrea Lunerti

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